Sono tanti i temi da affrontare quando si parla di open innovation. Il provider segue un percorso ben preciso con cui porta idee dirompenti nella cultura aziendale. Creando un mix di successo
Non si porta a casa un riconoscimento come il Premio Innovazione Smau 2017 se alla base del lavoro non ci sono meriti evidenti. Seeweb, premiata all’edizione annuale della tappa di Padova, ha fatto proprio il concetto di open innovation non solo come trend temporaneo, con cui riempire pagine di giornali e campagne di marketing, ma in quanto strategia concreta di approccio al mercato, capace di dare voce a quelle idee che spesso si scontrano con la rigidità del business nostrano.
È Antonio Baldassarra, CEO di Seeweb, a spiegarci cosa intende la compagnia per innovazione aperta: «Nelle aziende organizzate e, come nel nostro caso, chiamate a fornire servizi di qualità e regolati da precise e rigide prescrizioni (come la ISO2700) è difficile creare l’ambiente migliore per ottenere sviluppo. Questi due concetti richiedono contesti informali, ampia libertà di manovra, spazio all’estro e alla creatività. A fronte di queste difficoltà ci sono molti giovani talentuosi capaci di produrre innovazione vera, fuori dagli schemi. Da qui l’idea: unire i due mondi senza integrarli, fornendo gli strumenti economici e operativi per cambiare i modelli senza essere legati al peso dei dettami aziendali».
Potere alle startup
Un grande aiuto, in tal senso, può arrivare dalle startup, nelle quali Seeweb non vede solo una fonte di ispirazione da includere nei classici processi di una compagnia ma quale mezzo per incentivare l’evoluzione interna. «Da un tale brodo di cultura nascono spunti interessanti e maturano talenti di alto livello che sapranno dare il loro apporto in ogni scenario. Il tasso di successo delle startup è basso per definizione anche se vi è molto valore intrinseco in quelle esperienze che non riescono a scalare verso la meta ma che sono comunque basate su progetti validi in ottica IT. Su questo aspetto stiamo lavorando cercando di individuare, nel mondo delle startup, le proposte che possono raggiungere un buon risultato insieme a noi».
Tutti sulla nuvola
Se c’è un secondo abilitatore di innovazione, questo è da ricercare nel cloud. Più di una volta la nuvola ha dimostrato di poter accelerare la produttività in maniera dirompente, senza frenare l’andamento dei settori meno interessati. Come ci spiega Baldassarra: «Il cloud computing è agile per definizione e questo si traduce in una enorme compressione dei tempi tra l’approvazione di un determinato progetto IT e la sua entrata in funzione; da questo punto di vista non c’è storia rispetto all’approccio tradizionale. Inoltre, il fatto di porsi come un servizio pay per use, consente di evitare grandi investimenti iniziali e riservare il budget, soprattutto nella fase iniziale del progetto, evitando di puntare su infrastrutture che non forniscono un valore realmente visibile al cliente».
Ma c’è, all’interno dell’offerta cloud, uno snodo centrale che sta diventando sempre più presente nel contesto odierno. Il riferimento è alla possibilità di andare oltre le proposte predeterminate di accesso alla nuvola, che non considerano cioè concetti quali flessibilità e versatilità, determinanti in un panorama rapidamente in evoluzione e in continuo divenire. «L’elasticità è la prima dote del cloud, quella che consente di raggiungere le massime prestazioni al minimo costo. Riuscire a sfruttare tale proprietà nel migliore dei modi a seconda del business nel quale si opera, permette di raggiungere risultati di eccellenza con uno sforzo ridotto. L’offering cloud deve adattarsi alle esigenze del cliente in un’ottica sartoriale e non mercificata globalmente. Il supporto presales lavora proprio con un simile obiettivo».
Cosa c’è nel futuro di Seeweb? «Continuare ad ampliare e migliorare l’offerta di servizi sulla nuvola anche attraverso l’apporto di risorse esterne che come noi condividono un approccio di open innovation. Stiamo lavorando molto nella messa a punto di progetti wholesale, diretti a operatori attivi anch’essi in ambito cloud, in special modo con modalità PaaS e SaaS, che riteniamo le più pronte a integrare in senso verticale le nostre tecnologie verso il cliente finale».