L’assistente virtuale potrà suggerire operazioni e attività durante le chat private e di gruppo; un vantaggio ma anche un pericolo per la privacy
Il test è cominciato negli Stati Uniti e per un numero limitato di persone con una versione di Skype per iOS e Android. Qui Cortana, assistente virtuale sviluppato da Microsoft, potrà entrare liberamente nelle conversazioni private e quelle di gruppo per semplificare alcune operazioni e far risparmiare tempo agli utenti. In che modo? Creando ad esempio eventi in calendario in autonomia quando capisce che all’interno della finestra si sta fissando un incontro, oppure fornire risposte di default a mo’ di scorciatoia: si, no, ok, a dopo, e così via. Ma non solo: l’idea è quella di dare all’AI il controllo profondo della propria vita in mobilità, tanto che sullo smartphone Cortana dovrebbe anche essere in grado di ricordare un evento in agenda o un semplice reminder, scaturito proprio dalle chat a cui ha preso parte.
La solita bilancia
Si tratta di un’integrazione sicuramente interessante che, con il tempo, porterà molte persone a risparmiare secondi preziosi in alcune operazioni ripetitive e noiose. Il punto è sempre quello: quanto siamo dispositivi a concedere della nostra privacy alla tecnologia per ottenere qualche beneficio? Microsoft non è ancora intervenuta sul tema ma probabilmente lo farà affermando come i dati e le conversazioni spiate da Cortana non sono accessibili ai suoi tecnici e tanto meno alle agenzie esterne. Più o meno quello che è stato detto anni fa, dopo lo scoppio del Datagate.
La questione non è banale ma rischia di diventarlo con un abbassamento della soglia di attenzione. Già l’Internet delle Cose ha innalzato incredibilmente la mole di dati prodotti all’interno dell’ambiente domestico, teoricamente alla stregua di hacker e criminali informatici. La notizia di Cortana, che si sente il diritto di entrare nelle finestre di chat quando vuole, pone più di un dubbio circa l’effettivo grado di libertà e controllo delle informazioni di cui godono oggi gli utenti digitali.