Monaco ci ripensa: da Linux torna a Windows

L’esperimento sembra non riuscito alla perfezione, per questo i programmi open source lasceranno il posto alle licenze di Redmond

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La città di Monaco ha intrapreso tutti i procedimenti necessari per tornare a Windows dopo l’esperimento a favore dell’open source. Gli uffici pubblici e le amministrazioni della tedesca avevano avviato, anni fa, il passaggio a Linux, attraverso una versione personalizzata del sistema operativo del pinguino, conosciuta come LiMux. Il progetto era partito nel lontano 2004, quando anche Steve Ballmer, ex di Microsoft, si era recato in Germania per arginare lo switch al codice aperto. Ma, dopo un’implementazione durata più del previsto, nel 2015 sono apparse le prime avvisaglie della volontà di abbandonare i lidi dell’OS e programmi collegati, come LibreOffice, per riportare le macchine ai più conosciuti lidi dell’offerta americana.

Cosa succede

Il motivo principale del fallimento pare siano la conseguenza di una PA ancora immatura per accogliere pienamente Linux. “Basandoci su un universo del tutto Linux-centrico – ha spiegato il consiglio comunale – incontriamo parecchie difficoltà e costi aggiuntivi quando si tratta di acquistare e utilizzare software professionale. Sul lungo periodo, ciò vuol dire che un ecosistema non uniforme finisce con il perdere quelle caratteristiche di efficienza che promette in fase di avvio”. Stando alle prime indiscrezioni, il fallimento dell’open source costerebbe a Monaco circa 19 milioni di euro, considerando l’aggiornamento da effettuare per gli uffici ora sprovvisti di Windows.

Tuttavia, lo switch potrebbe essere graduale e spalmato nei prossimi anni. In realtà, una decisione finale non è stata ancora presa ma la maggioranza dei consiglieri si è già detta a favore dello storico passaggio, che un certo modo segna una vittoria per il movimento a favore delle piattaforme di produttività a codice chiuso o comunque controllato.

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