La somma è dovuta per i benefici fiscali ottenuti dalla multinazionale americana nel versamento delle tasse in Lussemburgo
Quattro volte in meno delle altre compagnie. Tanto Amazon avrebbe pagato in tasse dal 2003 al 2011, periodo in cui si rifaceva al fisco del Lussemburgo. Dopo vari anni di indagini, la Commissione Responsabile della Concorrenza in Europa ha deciso di multare il gigante dell’e-commerce con 250 milioni di euro, in pratica tutti i benefici goduti nel periodo di riferimento, portando a casa ricavi privi di tassazione per tre quarti de totale. “Il Lussemburgo ha concesso ad Amazon vantaggi fiscali illegali. Le è stato permesso di pagare quattro volte meno imposte rispetto ad altre imprese locali soggette alle stesse regole. Questo è chiaramente illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. I paesi membri non possono concedere a multinazionali vantaggi selettivi che non concedono ad altre imprese” – così si è espressa Margrethe Vestager, Commissaria responsabile della Concorrenza.
Non solo Amazon
La mossa della Commissione Europea non è di certo intesa a danneggiare Amazon. La strategia segue la linea dettata dalla divisione specifica negli ultimi tempi, con cui intende regolamentare uniformemente l’operato delle multinazionali nel nostro continente. All’inizio dell’anno sotto gli occhi dell’EU era caduta Google, tassata con oltre 2,4 miliardi di euro mentre nel 2016 Apple aveva ricevuto una multa di 13 miliardi di euro per l’ottenimento di benefici fiscali da parte dell’Irlanda. Stando agli esperti, i prossimi controlli riguarderanno McDonald’s e GDF Suez, entrambi con riferimenti nel Lussemburgo, paese che, si sa, concede diversi vantaggi alle compagnie che decidono di stanziare nei confini le loro sedi amministrative; al netto della commissaria Margrethe. Non dovrebbero essersi spenti i riflettori nemmeno su Facebook, dopo Google il nome più noto che ha scelto l’Irlanda per pagare meno tasse in relazione al business in Europa.