I primi due eventi a Taiwan parevano isolati e invece ve ne sono degli altri in giro per il mondo
Battery-gate per l’iPhone 8? Troppo presto per dirlo ma adesso le cose si fanno serie. Se i primi due casi, successi a Taiwan, potevano sembrare una conseguenza lecita per percentuali di vendita così elevate, ora la preoccupazione aumenta. Un altro melafonino ha sofferto di una batteria troppo caliente in Cina, il mercato più remunerativo per il gigante hi-tech di Cupertino. L’incidente pare sia assimilabile a quelli di Taiwan e a un altro evento accaduto nei giorni scorsi in Giappone, quando il modulo sul retro, surriscaldandosi, ha provocato l’apertura dello chassis e un certo disagio da parte del possessore. A differenza dei predecessori, lo smartphone oggetto d’analisi in Cina sarebbe arrivato a casa del cliente già danneggiato, prima ancora dunque di esser messo sotto carica per un primo ciclo.
Cosa è successo
Per questo, il caso più recente potrebbe non essere connesso a quelli in Taiwan e in Giappone ma frutto di una gestione errata del pacco da parte dello store online presso il quale l’iPhone è stato acquistato. Visti i tempi però di certo non c’è niente e per questo Apple sta indagando a fondo la questione, per capire se si tratta di avvenimenti indipendenti o in un certo modo collegati tra di loro e riconducibili all’assemblaggio delle batterie che, anche se non vi è conferma, dovrebbe essere a opera di Amperex Technology Limited, la stessa che aveva fornito a Samsung i moduli per il Note7, ritirato poi in milioni di modelli. Solo sei i casi attuali legati all’iPhone 8, una miseria rispetto a una produzione di milioni di dispositivi. Anche il caso Note però era cominciato così. E a Cupertino già tremano.