Il produttore ha mostrato il suo processore neuromorfico che mima il cervello umano: è fatto di 130mila neuroni in silicio e 130 milioni di sinapsi
Si avvicinano sempre più i giorni in cui i computer penseranno esattamente come l’uomo. Quando quel tempo arriverà, probabilmente l’efficacia computistica delle macchine lascerà spazio anche a qualche difetto, proprio della natura umana, ma almeno saremo circondati da oggetti senzienti in grado di bilanciare razionalità ed emozioni. Intel ha deciso di farla corta e presentare il primo chip neuromorfico capace di mimare il nostro cervello per imparare ad adattarsi alla realtà che ci circonda e scegliere la soluzione migliore in varie situazioni. Il chip si chiama Loihi, dal nome di un vulcano sottomarino a sud del complesso di isole delle Hawaii, ed è composto da 130mila neuroni connessi con 130 milioni di sinapsi o meglio, a ricostruzioni in silicio che danno vita a collegamenti simili alle sinapsi presenti nel cervello dell’uomo.
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Come funziona
“Le reti neurali umane sono quelle che permettono di attivare comportamenti intelligenti di cooperazione e adeguamento, quando attivano connessioni in regioni multiple del cervello – ha spiegato Intel – per questo abbiamo sviluppato Loihi, il primo chip neuromorfico che può crescere da solo, mimando le modalità con cui l’uomo impara a comportarsi nel mondo, operando in conseguenza ai feedback che riceve dall’esterno”. La rivoluzione rispetto al passato è che Loihi, una volta gettato nella mischia, non ha biosngo di ricevere alcuna istruzione, diventa più intelligente con il passare del tempo grazie a un’efficienza di calcolo 1.000 volte maggiore di quella vista sinora nei chip più avanzati. Loihi nasce da una costruzione a 14 nanometri e andrà in produzione entro la fine dell’anno. Lungi dall’essere solo un prototipo, la finalità è potenziare i primi esperimenti di università e istituti partner a partire dal 2018.