Crowdfunding e mecenatismo digitale

Intelligenza artificiale programmatically crazy

Una parte sempre più importante della creatività e dell’innovazione si esprime attraverso le piattaforme di crowdfunding. Tuttavia, la dimensione reale del loro impatto non è ancora del tutto compresa

Con una lungimiranza che valse la perennità del suo nome nei secoli successivi, Gaio Cilnio Mecenate fu tra i primi a comprendere che se la politica voleva continuare a mantenere il proprio primato in una società sempre più articolata e complessa era indispensabile una trasformazione sostanziale delle logiche di gestione del consenso e dell’influenza. Poiché, oltre a essere buon amico di Augusto, intendeva anche essere buon consigliere dell’Imperatore, Mecenate animò attorno a sé un circolo di artisti e letterati di cui sostenne la produzione intellettuale, contribuendo a rafforzare l’immagine dell’Impero e l’azione politica di Augusto. Nel corso di venti secoli, le pratiche del mecenatismo sono andate moltiplicandosi, assumendo forme e meccanismi sempre nuovi, attraversando la storia anche nei momenti più oscuri della produzione culturale.

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NUOVI MECENATI, PICCOLI E GRANDI

Venti secoli dopo Mecenate, in un’epoca dove il web è diventato il principale strumento per la creazione e la distribuzione dei contenuti a livello globale, creativi e intellettuali provenienti da ogni parte del mondo si rivolgono alle piattaforme di crowdfunding, come ArtistShare, Indiegogo, Kickstarter, Patreon, esprimendo la propria creatività e condividendo la propria visione del mondo. Dopo oltre dieci anni (ArtistShare fu fondata nel 2003), il cosiddetto reward-based crowdfunding si è rivelato il modello di maggiore successo per dare spazio alla creatività, digitale e non, attraverso un meccanismo di mecenatismo orizzontale interamente veicolato attraverso i canali digitali. Nuove piattaforme continuano a emergere (Patreon risale al 2013), a riprova del fatto che nonostante il mercato sia ormai densamente popolato, di fatto esiste una offerta di creatività che ampiamente oltrepassa anche gli spazi proposti da operatori di grande notorietà come Kickstarter. Da quando è stato fondato nel 2009, Kickstarter ha raccolto “pleadges” per oltre 3 miliardi di dollari da oltre 13 milioni di “mecenati”, piccoli e grandi, per finanziare oltre 130mila progetti creativi, con uno spazio di sperimentazione vastissimo: da semplici giochi da tavolo come Exploding Kittens fino a innovazioni di prodotto come Oculus Rift, passando per operazioni di re-design come Coolest Coolers. Il meccanismo di tali piattaforme si è rivelato talmente efficace che il passo successivo è stato l’adattamento a nuovi obiettivi, come il sostegno e la promozione di nuove forme di imprenditorialità, consentendo la partecipazione al capitale di startup e new business attraverso le piattaforme di equity crowdfunding, portando liquidità in settori da sempre caratterizzati da grandi difficoltà di finanziamento attraverso i canali tradizionali.

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FINANZIAMENTO DEI PROGETTI CREATIVI

Che le piattaforme di crowdfunding esercitino una influenza effettiva sul finanziamento dei progetti creativi è ormai entrato nel senso comune, un fatto che si potrebbe intuire anche senza ulteriori approfondimenti. Invece, non è affatto banale misurare l’estensione dell’influenza esercitata dalle piattaforme sulla promozione di specifiche iniziative creative, soprattutto attraverso il meccanismo della selezione editoriale (“staff picks”). Come è ben noto, quando si propone il finanziamento di un progetto su Kickstarter, occorre stabilire un obiettivo definito per la raccolta di fondi: il progetto viene finanziato con successo quando tale obiettivo è raggiunto (e in alcuni casi superato enormemente), altrimenti il progetto non riceve alcun finanziamento. Alcuni progetti, invero una discreta minoranza, ricevono una particolare attenzione dallo staff editoriale della piattaforma e dunque vengono evidenziati in modo specifico, sia nella “vetrina” della landing page, sia attraverso specifici filtri di selezione, sia nel ranking delle ricerche. Esaminando un campione di circa 170mila progetti estratto dagli oltre 260mila esposti su Kickstarter dall’aprile 2009 al maggio 2017, è possibile farsi un’idea piuttosto accurata di quanto la selezione editoriale eserciti una influenza sempre più essenziale, e di quanto il supporto promozionale delle piattaforme possa risultare determinante nel decidere il successo di un progetto.

SELEZIONE DEI PROGETTI

I fondi raccolti per singolo progetto si attestano su una mediana generale di circa 1000 dollari, includendo sia i progetti che hanno raggiunto il proprio obiettivo, e dunque sono stati finanziati, sia i progetti che hanno mancato tale obiettivo, e non hanno quindi ottenuto nessun finanziamento. Nel campione esaminato, soltanto il 13 per cento dei progetti è stato oggetto di una specifica attenzione da parte dello staff di Kickstarter: si tratta di circa 20mila progetti su circa 170mila. La stessa statistica cambia radicalmente di ordine di grandezza quando si osserva rispetto al filtro della selezione editoriale: la mediana dei fondi raccolti dagli staff picks sale a 10mila dollari, mentre scende a circa 600 dollari se il progetto non è stato messo in evidenza. Stessa dinamica, con effetti ancora più marcati, se si osservano i dati al 25esimo e al 75esimo percentile, dove la mediana dei progetti selezionati ha un valore rispettivamente di 5 e 10 volte superiore rispetto alla statistica generale, mentre nei progetti che non sono stati oggetto di selezione editoriale il valore mediano dei fondi raccolti tendenzialmente si dimezza. Il 25esimo percentile dei progetti selezionati dallo staff della piattaforma raccoglie fondi come il 75esimo percentile di tutti i progetti: lo staff picks equivale a un balzo di circa una cinquantina di percentili rispetto alla frequenza generale.

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L’INDIRIZZAMENTO DEI FONDI

Come è facile immaginare, la selezione editoriale ha un impatto significativo anche sulla probabilità di raggiungere gli obiettivi di raccolta fondi e quindi di finanziamento effettivo di un progetto. Il rapporto (“odd for”) tra progetti finanziati con successo e progetti che non hanno raggiunto l’obiettivo minimo di raccolta fondi è di circa 0,8. Nei progetti che sono stati scelti dallo staff, l’odd è di 4,7, quasi sei volte maggiore rispetto al dato generale del campione. Inutile osservare che la probabilità di essere finanziati con successo cala drasticamente in tutti gli altri casi di iniziative che vengono, a ragione o torto, ignorate dallo staff della piattaforma (in questi casi l’odd si riduce a 0,6). L’odd dei progetti è caratterizzato da una grande variabilità, risultando estremamente sensibile sia alla categoria del progetto sia alla nazionalità del team. La scelta editoriale esercita la massima influenza su categorie come i film e la musica, mentre ha un impatto piuttosto limitato su altre come crafts e food. Gli staff picks hanno un impatto più ampio sulle iniziative provenienti dalle nazioni anglosassoni, in primo luogo USA, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda (l’unica non anglosassone a beneficiarne più o meno allo stesso modo è la Germania). Se questi dati venissero confermati nel corso del tempo, si potrebbe facilmente arguire che le piattaforme di crowdfunding guidano in misura decisiva, e con grande efficacia, l’indirizzamento dei fondi tra gli innumerevoli progetti che vengono loro sottoposti, svolgendo una funzione che travalica quella del mecenatismo così come tradizionalmente inteso. Chissà cosa avrebbe pensato Gaio Cilnio Mecenate di questi anonimi editori e curatori che si nascondono dietro le piattaforme di crowdfunding, esercitando una capacità di influenza invidiabile a tanti uomini della politica e della finanza.

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Giancarlo Vercellino, research & consulting manager di IDC Italia