La developer preview del minor update guarda ai prossimi dispositivi dotati di hardware specifico per operazioni di intelligenza artificiale avanzate
Solo qualche settimana fa, Huawei presentava il Mate 10, primo smartphone al mondo con un processore supportato da una NPU, Neural Processing Unit. Se finora quasi tutti si sono soffermati sulle caratteristiche hardware del cervello in silicio che potenzia il phablet della cinese, in molti dimenticano che alla base di tale avanzamento tecnologico deve esservi un software capace di sfruttare al meglio le reti neurali sviluppate dal chip. Huawei ci ha lavorato internamente, come al solito personalizzando e finalizzando la sua EMUI, customizzazione di Android, ma adesso è lo stesso sistema operativo di base che si muove nella direzione di una maggiore integrazione tra i suoi codici e i progetti AI, promossi dai produttori a livello globale.
Cosa succede
Google ha rilasciato la developer preview di Android Oreo 8.1. Il minor update verrà distribuito entro la fine di novembre ma già oggi possiamo spulciare alcune caratteristiche interessanti che abilita per gli smartphone supportati. Tra tutte le Neural Networks API, ovvero la possibilità di aumentare le performance di alcune operazioni basandosi proprio sull’hardware avanzato in stile Kirin 970, che molte delle big adotteranno nel 2018, anche grazie agli aggiornamenti di Qualcomm Snapdragon ed Exynos. Come già accaduto per il Mate 10, la prima conseguenza dell’introduzione delle reti neurali via software sarà nel campo della fotografia. Le API infatti andranno a migliorare framework come TensorFlow Lite e Caffe2, per realizzare applicazioni in grado di beneficiare dell’HDR+, un po’ come fa il system-on-a-chip a bordo del Pixel 2 XL tramite il Pixel Visual Core. La preview di Oreo 8.1 è compatibile proprio con Pixel 2 XL, Pixel XL, Pixel, Nexus 5X, Nexus 6P e Pixel C.