Uber non è più ben accetta a Londra

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Uber è diventa illegale nella capitale del Regno Unito. L’azienda di San Francisco è pronta a fare ricorso

Per Uber questo è il periodo più nero della sua storia. L’app di ride sharing di tutto il mondo sembrava aver finalmente convinto i legislatori europei sulla liceità del suo servizio dopo essere stata dichiarata illegale in diversi Paesi (Italia compresa) ma agli scandali sessuali e all’addio del CEO e fondatore Travis Kalanick si è aggiunta una nuova tegola. Venerdì scorso l’autorità che regolamenta i trasporti a Londra le ha ritirato la licenza per operare a partire dalla fine di settembre. La Transport for London afferma in un comunicato diffuso su Twitter che Uber “non possiede i requisiti necessari per presentarsi come operatore privato” in quanto esistono “mancanze” che “comportano potenziali rischi per la sicurezza”. L’autorità ha inoltre sottolineato di aver registrato vari reati come l’utilizzo del programma Greyball volto ad evitare i controlli della polizia. Anche il sindaco di Londra, Sadiq Khan, sostiene la decisione della Trasport for London e ha sottolineato che “tutte le compagnie operanti a Londra devono rispettare le regole e rispondere ai più alti standard, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei clienti” anche se si tratta di “servizio innovativo”. Ovviamente anche gli autisti dei celebri black cab hanno espresso tutta la loro soddisfazione per il bando dopo aver spesso protestato in piazza contro l’app.

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Uber è finita sotto l’occhio vigile delle autorità per non aver denunciato alcuni reati imputati ai suoi autisti come molestie sessuali ai danni dei clienti. Inoltre, l’app è accusata di imporre ai suoi autisti condizioni di lavoro precarie e insostenibili. L’azienda di San Francisco ha comunque già confermato che presenterà ricorso. “Questa decisione – ha commentato un portavoce – dimostra che Londra, a dispetto delle parole del sindaco, si chiude alle aziende innovative”. L’app ha 21 giorni per presentare l’appello e potrà comunque operare fino alla sua conclusione. Per Uber, che sta lavorando alla mobilità urbana del futuro, perdere Londra è un guaio non da poco. Solo nella capitale britannica lavorano 40mila suoi driver che servono ben 3,5 milioni di clienti. Nel frattempo su Change.org è nata una petizione per chiedere la cancellazione del bando che ha già superato le 500mila firme. “Si tratta della campagna più veloce e di successo vista in Gran Bretagna quest’anno”, ha detto al the Guardian il direttore del sito, Kajal Odedra.

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