Uber fuori da Londra? Ne approfitta Lyft

A seguito del mancato rinnovo della licenza nella City il rivale più diretto si è fatto avanti per estendere i suoi servizi in Europa

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Lyft potrebbe guadagnare un bel po’ dal mancato rinnovo a Uber della licenza di circolazione per le strade di Londra. Negli anni scorsi la startup ha incontrato più di una volta le autorità di trasporto della City per cercare di estendere il proprio raggio di azione in una zona nevralgica d’Europa. A differenza della rivale, la società americana, a cui guarda con interesse anche Google, sin dall’inizio si è posta favorevole a un accordo con le organizzazioni che gestiscono il traffico urbano nelle principali città nelle quali sogna di lanciare il proprio servizio. Non a caso Logan Green, CEO di Lyft, ad agosto aveva ufficializzato i progetti di espansione al di là degli States: “Non è un progetto così distante come pensiamo” – erano state le sue parole.

Tra i due litiganti…

Del resto lo sbarco in Europa è un passo obbligato per un servizio che attualmente copre 600 città negli USA, con circa il 95% della popolazione servita. E proprio la decisione di non rinnovare la licenza a Uber avrebbe spinto Lyft ad accelerare nell’intavolazione di un accordo di massima per l’accensione dei suoi taxi privati nella capitale britannica. L’agenzia che coordina il movimento di taxi classici e del noleggio privato è la Transport for London (TFL), che ha incontrato i manager di Lyft a dicembre del 2016 e poi a gennaio e marzo di quest’anno. Tuttavia il rapporto con la compagnia, di cui è investitrice anche General Motors, non è esclusivo: “Dedichiamo la stessa attenzione a chiunque ci prospetti interessanti innovazioni nel mondo dei trasporti – si legge in un comunicato recente – se l’obiettivo è migliorare la mobilità di Londra noi ci siamo”.

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