La manodopera per il prossimo telefonino è pressoché simile all’attuale ma un elemento tra tutti ne ha innalzato l’etichetta: lo schermo OLED fornito dall’acerrima rivale
Mancano pochi giorni alla presentazione dei nuovi iPhone. Se i modelli 7S e 7S Plus non dovrebbero destare sorprese dal punto di vista di design e hardware, la vera rivoluzione sarà 8, il primo melafonino con uno schermo OLED. I vantaggi nell’utilizzo di un pannello del genere sono tanti. Tra questi il consumo ridotto di energia (rispetto a un LCD) e la visibilità ancora ottimale in condizioni di luce differenti.
Eppure la più grande innovazione per Apple si è rivelata un problema non da poco per i consumatori. Vari report indicano come prezzo più probabile per la base di partenza dell’iPhone 8 da 32GB almeno 1.100 dollari, che da noi diventerebbero almeno 999 euro. Tanti, visto che si tratta dell’etichetta più alta per un telefonino di ingresso marchiato Cupertino.
Perché così tanto
Dopo tutti questi anni di ricavi e mai seri momenti di difficoltà Apple aveva bisogno di portare ancora più in là il limite minimo necessario all’acquisto di un suo smartphone? In realtà pare che la colpa di un simile prezzo sia solo in parte di Apple. Come detto, il problema principale è la dotazione dei pannelli OLED, spediti alla Mela da Samsung, nella veste della divisione che si occupa di display.
Stando a un report di KGI Securities, il vetro in questione ha un costo più del doppio di quanto richiesto dalla coreana per gli schermi LCD, circa 130 dollari invece dei precedenti 55 a pezzo. Per questo è probabile che dopo la prima ondata di dispositivi, la compagnia di Cupertino decida di affidarsi a un altro fornitore, più economico, per velocizzare la produzione di iPhone 8 e abbassarne sensibilmente il prezzo.