La Cina contro l’anonimato in rete

Il governo di Xi Jinping ha approvato una nuova norma secondo cui per postare commenti su siti web e forum si dovrà usare sempre il nome reale

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La Cina non è un paese per gli amanti della privacy. Se l’assunto non è per nulla una sorpresa, negli ultimi tempi è divenuto ancora più eclatante. Il 25 agosto infatti il governo guidato da Xi Jinping ha approvato una nuova legge che obbliga gli internauti a utilizzare il proprio nome reale per pubblicare commenti su siti web e forum. La decisione segue la strategia tracciata dalla Cyberspace Administration of China, che sta facendo di tutto per ingrandire sempre di più il Great Firewall anche dove non può agire direttamente, ovvero nella marea di portali che nascono ogni giorno nel paese, anche come forma di protesta contro il potere.

Cosa succede

Il fatto è che adesso chiunque agisca online utilizzando un nickname per diffondere commenti di qualsiasi natura rischia davvero grosso. A farne le spese saranno gli stessi navigatori ma anche i gestori dei siti, che dovranno indagare approfonditamente nel caso di generalità fasulle utilizzate per lanciare il proprio verbo su internet. Spazi virtuali come i forum erano tra i pochi rimasti senza regolamentazione, dopo che anche servizi molto famosi come WeChat e Weibo erano stati obbligati ad accettare solo iscrizioni tramite identità reali certificate. Oltre a ciò, il dipartimento cinese ha stilato una lista di contenuti vietati, tra cui quelli che si oppongono alla costituzione cinese, che danneggiano l’onore del paese e che promuovono credenze contrarie a quelle nazionali e molto altro.

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