Il Ministro dell’Industria e la Tecnologia ha spiegato la necessità di condividere le informazioni necessarie a debellare le minacce digitali. Al Governo la piena autorità delle manovre
La Cina ha ufficializzato la creazione di un archivio nazionale in cui includerà tutte le informazioni più dettagliate sui cyber attacchi che hanno interessato il paese. L’obiettivo non è solo quello di fronteggiare le possibili evoluzioni dei software maligni ma anche scovare i mandanti delle varie infiltrazioni, per colpirli alla base. Il Ministro dell’Industria e dell’Information Technology ha confermato la scorsa settimana la necessità per il governo di ottenere dalle aziende che operano in rete tutti i dati necessari a contestualizzare le minacce, che si tratti di trojan, malware, vulnerabilità hardware o campagne di phishing. Il piano di sicurezza cyber, che prevede la nascita del database, entrerà in vigore dal prossimo 1 gennaio e darà al governo cinese piena autorità in materia di sicurezza digitale, tanto da lasciare che sia il Ministro a dare ordine di eliminare o analizzare i codici degli aggressori scovati online, prima che lo facciano le agenzie private.
La grande muraglia di bit
Ma non solo. Tutte le compagnie che non collaboreranno con gli agenti di Pechino saranno soggette a penalità e multe, oltre che a finire in una probabile lista di nemici del potere. La muova legge è solo l’ultima di una serie che il governo cinese ha divulgato per rafforzare le infrastrutture critiche pubbliche e quelle private, preservandole dai crescenti attacchi hacker su larga scala. A giugno era stato varato un progetto di emergenza nazionale, che prevedeva la costruzione di un sistema centrale di analisi e risposta delle minacce mentre qualche mese prima, sempre il Ministro interessato, aveva introdotto misure più stringenti per le telco operanti nel paese, con l’invito a essere più scaltre e pronte a rimuovere le VPN e le altre soluzioni con cui le persone aggirano il blocco del Great Firewall.