Ma perché i dati sono diversi dagli altri asset aziendali? E quali sono le loro caratteristiche fondamentali? Come il petrolio grezzo, i dati devono essere raffinati per avere valore
Recentemente ho tenuto un seminario in occasione di un evento denominato “Data, the vital enabler of the organisation”, nel corso del quale ho sollevato una questione cruciale: “Ma i dati sono davvero così differenti dagli altri asset?”. Non è da ieri che spesso si sente dire che i dati sono un asset che deve essere gestito, e che poche persone ci capiscono qualcosa e così via. Non intendo essere frainteso, nel senso che non sto cercando di mettere in dubbio l’importanza dei dati come asset, cioè come beni, ma vorrei alzare il livello del dibattito. Innanzitutto, va sottolineato ancora una volta che i dati sono assolutamente al centro del business. Tuttavia, vorrei sollevare qui un tema: quali sono alcune delle caratteristiche degli asset nel business? E se, come tutti dicono, i dati sono uno di quegli asset chiave, come (e se) si differenziano queste caratteristiche nell’asset-dati rispetto ad altri asset che sono frequentemente presenti nelle aziende?
Asset e caratteristiche – Quindi, prima di tutto, è necessario riflettere su altri “asset”. Ne ho selezionati sette, molti dei quali sono presenti regolarmente in numerosi business, e ho cercato di confrontarli con i dati. Si tratta nell’ordine di: petrolio, soldi, sangue, persone, proprietà, materiali, proprietà intellettuale e dati. Le caratteristiche di questi beni richiedevano però maggiori approfondimenti, che ho individuato in questi cinque punti: 1) L’asset è copiabile, cioè lo è senza ricorrere ai “replicatori” tipici della fantascienza? 2) L’uso dell’asset lo esaurisce in qualche modo? 3) È pratica semplice e abituale attribuire un valore monetario al bene? 4) L’asset è una cosa reale tangibile o un concetto astratto? 5) Il bene deve essere elaborato in qualche modo per produrre valore? Sono sicuro che avrei potuto trovare ulteriori tipi di asset e di caratteristiche, ma per ora partiremo da questi. Quindi, analizziamo questi beni rispetto alle caratteristiche e vediamo le conclusioni che se ne possono trarre.
Petrolio – Non è riproducibile e, sicuramente, l’uso lo esaurisce. È assolutamente una consuetudine dare valore al petrolio (per esempio, il barile di 50 dollari) ed è un bene tangibile. Infine deve essere trasformato per trarne qualcosa di utile come benzina, diesel o plastica.
Soldi – Sappiamo tutti che non si possono (legittimamente) copiare i soldi, e come io so bene avendo due figli all’università, usare il denaro lo esaurisce. E naturalmente, viene dato un valore al denaro. Inoltre, si tratta per lo più di un concetto reale supportato da riserve di oro e non deve essere “elaborato” per fornire valore.
Sangue – Il sangue non è copiabile a livello mainstream, anche se si parla di sperimentazione di sostanze sostitutive del sangue, e l’uso lo consuma, in quanto deve essere ripulito e ossigenato dopo l’uso. Non è troppo difficile attribuirvi un valore, ed è un concetto reale. Infine, deve essere trattato dai nostri organi per produrre valore.
Persone – Le persone così come le conosciamo non sono riproducibili (anche se è possibile la clonazione biologica). L’uso delle persone non esaurisce la risorsa poiché possiamo applicare molte delle nostre capacità fisiche e intellettuali molte volte. Tuttavia, le persone invecchiano e gli arti e le menti si deteriorano, e forse questo dovrebbe essere definito come “in parte vero”. Non è una pratica diffusa quella di attribuire un valore monetario a una persona se non in alcuni casi (per esempio, gli sportivi professionisti). Le persone sono reali, e senza cercare di diventare troppo filosofici, devono fare qualcosa per produrre un valore.
Proprietà – Proprietà come gli edifici non sono copiabili. La Torre Eiffel in Cina è un falso! Utilizzare una proprietà la erode lentamente, in quanto le cose si consumano e devono essere oggetto di manutenzione continua. La proprietà è un valore riconosciuto. La proprietà è un concetto reale, ma non deve essere trasformata per generare valore.
Materiali – Qui si parla di materie prime. Ancora una volta, senza un replicatore di stampo fantascientifico, queste non sono copiabili, e proprio come i fiammiferi, l’atto del loro utilizzo le consuma. La maggior parte dei materiali ha un valore monetario facilmente attribuito, che poi costituisce la base del mercato delle materie prime. Si tratta di cose non astratte e praticamente per la maggior parte devono essere elaborate per produrre un valore.
Proprietà intellettuale – La proprietà intellettuale non è legalmente copiabile, e prospera nell’essere riutilizzata, tanto che non viene esaurita dall’uso. C’è frequentemente un valore monetario assegnato alla proprietà intellettuale, e in maniera analoga a un pensiero o a un’idea. è principalmente un concetto astratto. Infine, la proprietà intellettuale deve essere utilizzata (o elaborata) per trarne valore reale.
I dati – Cosa dire quindi dei dati? I dati sono copiabili: con supporti digitali è possibile effettuare un numero infinito di copie senza che si degradino. L’utilizzo dei dati non li erode e non li danneggia. Sicuramente, la rilevanza dei dati può diminuire nel tempo, ma non si consuma. Mentre si parla molto di “monetizzare” i dati, ancora non si tratta di una pratica diffusa, ma senza dubbio lo sarà in futuro. I dati sono un concetto astratto poiché rappresentano qualcosa di diverso. I dati devono essere utilizzati dai processi per avere valore (e, viceversa, i processi devono disporre di dati per operare).
In sintesi – I dati sono davvero diversi dagli altri asset aziendali? Avendo esaminato questi otto beni e le loro cinque caratteristiche c’è qualcosa che si impone all’attenzione? Se cerchiamo asset che hanno gli stessi valori dei dati, potremmo andare incontro a una delusione. Delle cinque caratteristiche, tre asset (denaro, proprietà e materiali) hanno in comune con i dati il valore. Due asset, petrolio e sangue, hanno una sola caratteristica in comune con i dati (quella del processo per produrre valore). La proprietà intellettuale ha due caratteristiche comuni. In testa al gruppo, c’è l’asset costituito dalle persone, con tre caratteristiche comuni. È però interessante notare che nessun asset condivide 4 (per non parlare di 5) delle caratteristiche, come invece succede per i dati.
Conclusioni – I dati sono diversi dagli altri asset. La qualità e la gestione dei dati possono influenzare l’esistenza stessa di un’azienda, e di conseguenza, ignorare la gestione dei dati è a proprio rischio e pericolo. Per questo, è ragionevole concludere che i dati sono un asset diverso dagli altri asset aziendali. Non solo. I business dipendono dai dati. Purtroppo, però si incontrano tuttora aziende in cui le varie discipline di gestione dei dati non vengono capite (oppure, cosa peggiore, consapevolmente non vengono affrontate). Anche perché, come ha scritto il professor Joe Peppard, “la stessa esistenza di un’azienda può essere minacciata dalla scarsa qualità dei dati”. Quindi, se come suggeriamo qui, i dati sono un asset differente dagli altri, la gestione dei dati richiede competenze e capacità specifiche, quelle degli Information Professional. Le aziende sagge si stanno rendendo conto che i dati e le informazioni sono davvero un asset vitale, e meritevole di essere gestito in modo professionale e soprattutto differente.
Chris Bradley
Per quasi quarant’anni in prima linea nel campo dell’Information Management, Chris Bradley ha lavorato per importantissime aziende al fine di impostare la loro strategia di Information Management, Data Governance, Data Quality, Information Assurance, Master Data Management, Metadata Management, Data Warehouse e Business Intelligence. Chris Bradley è riconosciuto, a livello internazionale, come Information Strategist indipendente e autore di rilievo. Fra i suoi clienti vi sono: American Express, ANZ, Bank of England, BP, Cigna Insurance, GSK, HSBC, National Grid, Riyad Bank, Saudi Aramco, Shell, Statoil, TOTAL e Qatar Gas. è anche consulente di numerose aziende globali in merito all’Information Strategy, la Data Governance, le Best Practice di Information Management e su come le organizzazioni possono gestire i dati in quanto asset aziendale chiave.
Chris Bradley presenterà per Technology Transfer i seminari “Data Modeling in ambiente Big Data” il 13-14 novembre 2017 e “Data Governance: siete pronti per le nuove normative sui dati?” il 15-16 novembre 2017.