Uber si allea con Yandex per ritagliarsi un posto in Russia

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Uber costituirà in Russia una nuova società di ride sharing con Yandex Taxi ma avrà una quota di minoranza

Il mese scorso Uber ha accettato le dimissioni del suo CEO e fondatore Travis Kalanick, che ha lasciato il suo ruolo in seguito a una serie di accuse di sessismo e molestie interne alla società. Il board dell’azienda di San Francisco ha deciso che è arrivato il momento di adottare una nuova strategia e la prima operazione dopo questo cambiamento epocale ha il sapore di una resa. Uber ha stretto un accordo con Yandex Taxi, piattaforma di ride sharing di proprietà dell’omologo russo di Google. Le due aziende costituiranno una nuova società ma quella statunitense avrà una quota di minoranza (36,6%). Inoltre l’amministratore delegato di questa realtà di cui ancora non è stato rivelato il nome sarà l’attuale numero uno di Yandex Taxi, Tigran Khudaverdyan. Il frutto di questa collaborazione opererà in diversi Paesi dell’ex blocco sovietico come Russia, Kazakistan, Azerbaijan, Armenia, Bielorussia e Georgia. Si prevede che il suo valore si aggirerà sui 3,72 miliardi di dollari e che dovrà gestire 35 milioni di corse totali al mese con una crescita annua del 400%. La piattaforma tecnologica per gli autisti verrà unificata ma le due app rimarranno comunque separate per gli utenti e potranno fornire servizi complementari l’una per l’altra.

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Uber non è riuscita a conquistare la Russia per vari motivi. Yandex Taxi ha un controllo più capillare del territorio operando in 126 città di cinque Paesi della scomparsa URSS. L’azienda statunitense invece in 3 anni si è espansa in appena 21 centri nonostante un investimento di 170 milioni di dollari e una politica aggressiva sui prezzi. Yandex inoltre controlla il servizio di mappe più utilizzato in Russia e soprattutto grazie alla collaborazione con i tassisti non ha dovuto affrontare contestazioni e blocchi. Bisogna comunque ricordare che in questa parte di mondo gli utenti continuano a preferire i servizi di taxi tradizionali o illegali. La nuova società infatti controllerà appena il 6% del mercato ma comunque sia Uber che Yandex intendono fare investimenti importanti. La prima metterà sul piatto 225 milioni di dollari mentre la seconda oltre 100. “Questo accordo aiuta Uber a costruire un business sostenibile a livello globale”, ha detto Pierre-Dimitri Gore-Coty,  Head of EMEA dell’azienda di San Francisco.

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Il colosso del ride sharing Made in USA domina quindi in Occidente ma in Oriente ha registrato più di un problema. Uber infatti non si è ritirata solo in Russia ma anche in Cina, nazione che sta dando un’ulteriore stretta alla libertà online dei suoi cittadini. La sua app non è più disponibile nel paese del dragone e l’azienda si è limitata ad acquistare una parte delle quote della rivale locale Didi Chuxing, che è stata acquisita da Apple nel 2016 per 1 miliardo di dollari.