Il lavoro di patching da parte di Microsoft ha causato una risalita nell’utilizzo del software obsoleto, ai danni di un Windows 10 ancora in stallo
Sappiamo quanto gran parte dei danni provocati dai ransomware WannaCry e Petya derivino da sistemi operativi non aggiornati. La maggioranza dei dispositivi colpiti montava Windows XP, un software obsoleto, che Microsoft ha abbandonato anni fa. Eppure, data la vastità dell’infezione, la compagnia di Redmond è dovuta tornare sui suoi passi, rilasciando patch di sicurezza anche per la piattaforma presente un po’ ovunque, da PC domestici a quelli di grande catene industriali. Sebbene la storia dei virus avrebbe dovuto spingere le persone ad affidarsi a OS di nuova generazione, in realtà l’effetto è stato l’esatto contrario: Windows XP ha guadagnato punti in percentuale sull’utilizzo, a scapito dei rivali in casa.
I numeri
Stando alle ultime rilevazioni di Netmarketshare.com, Windows XP ha guadagnato il +1,28% nell’ultimo mese, portandosi a casa una fetta del 6,94% sul totale. A questo fa eco lo stallo persistente di Windows 10, fermo al +0,02 che corrisponde a un 26,8 del mercato. Scendono sia Windows 7 che Windows 8, a dimostrazione di quanto conti il salto in avanti compiuto da XP. Considerando computer, smartphone, tablet, console di gioco e IoT, le varie versioni di Windows sono presenti sul 91,13% di tutte le macchine attive a livello globale, in buona parte Windows 10, quindi protette dalle recenti minacce alla sicurezza digitale. Siamo evidentemente dinanzi a un curioso paradosso che ora Microsoft dovrà affrontare: più rilascia patch e più le persone (soprattutto la pubblica amministrazione) sembrano apprezzare il sistema operativo vecchio di una vita; non esattamente la strategia che si aspettava Redmond.