Open Innovation: sei sicuro di sapere cosa significa? Al TBIZ di settembre non arrivare impreparato

Nasce TRUST FACTORY: il programma di Open Innovation promosso da InfoCert – Tinexta Group

Due parole sull’Open innovation prima degli incontri di TBIZ 

Nelle giornate del 13 e 14 settembre al TBIZ a Napoli si farà Open Innovation. L‘Assessore all’Innovazione Valeria Fascione racconterà la strategia che la Regione Campania sta mettendo in campo a favore dello sviluppo di sinergie virtuose tra start up e grandi aziende.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

A sostegno delle start up e delle buone idee ci saranno le Venture capital LVenture, Vertis e Invitalia Ventures, per presentare i loro progetti di finanziamento. Inoltre daranno indicazioni preziose per le start up: da come presentarsi e far colpo su un investitore a come proporsi partner indispensabile di una grande azienda. Ancora, esempi concreti di open innovation realizzati in casa nostra: il caso di Gesac, società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Napoli. Questi e tanti altri gli approfondimenti ed indicazioni sul tema Clicca qui

Ma, facciamo un passo indietro: il concetto di Open innovation è oggi molto citato, quasi al punto tale da darlo per scontato. Per non arrivare a settembre impreparati, abbiamo pensato di darvi uno spunto sul tema.

Cos’è l’Open innovation?

L’“innovazione aperta” è un approccio all’innovazione in base al quale le aziende si aprono ed assorbono idee, risorse e competenze tecnologiche dall’esterno, in particolare da start-up, università, enti di ricerca e innovation brokers.

Esistono diverse modalità concrete. Per citare le principali: l’acquisizione, da parte di grandi corporation, di start up innovative al fine di integrare nel proprio organico dei talenti digitali e di rilevare alcune delle principali innovazioni realizzate da questi ultimi. Esemplare è il caso di Google oppure di Shell, che supporta le realtà innovative con vari progetti: da Shell LiveWIRE, che ha sostenuto 6.200 imprenditori investendo 4,3 milioni di dollari, a #makethefuture, per le startup dell’energia pulita. In Italia, Edison innova anche acquisendo prodotti da start up esterne e poi assemblandoli sotto forma di “soluzioni”.

Leggi anche:  Axitea presenta il bilancio 2023: l’utile netto sale a 6 milioni di euro, +110% anno su anno

Un altro modo è il sovvenzionamento di competizioni per start up, con l’impegno di investire – direttamente o indirettamente – in quelle che hanno sviluppato le innovazioni più promettenti; gli hackathon, ovvero gare nelle quali le aziende chiedono agli innovatori di inventare soluzioni innovative in un determinato settore in poche ore. E’ il caso di Snam, che nel 2016 ha lanciato una call per startup e un hackathon.

Ancora, la creazione di acceleratori di start up gestiti direttamente o indirettamente da grandi aziende, pensiamo all’Innovation Hub appena inaugurato da ENEL a Berkeley, in California, dopo quello di Tel Aviv aperto nel 2016.

In altri casi si realizza con accordi inter-aziendali, per cui un’impresa delega un’altra, di solito più piccola, la creazione di determinate innovazioni o la produzione di specifici manufatti; anche secondo la filosofia open source, attraverso eventi di networking e conferenze.

Ed infine, l’Open Innovation, che per definizione trasferisce la ricerca dal settore pubblico al privato, si concretizza con partnership con università, centri di ricerca e incubatori per innovare su specifici temi. (Fonte).

Qualche esempio concreto di open innovation

Per citare qualche esempio di open innovation realizzato vicino a noi, The SMART Project è un progetto di open innovation promosso da Gesac società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Napoli che si è rivolta direttamente ai suoi utenti per costruire un aeroporto di nuova generazione. Frequent flyers, semplici passeggeri, studenti, imprenditori, laureati, ricercatori hanno risposto alla call for ideas. Sono state selezionate otto idee progettuali, che, inserite nel processo di accelerazione, sono dei progetti cantierabili. AL TBIZ Gesac presenterà nuovi casi di successo di open innovation.

Leggi anche:  INTELCO, 40 anni di innovazione e un futuro da protagonista

Ancora un esempio vicinissimo, è il caso di STMicroelettronics, che nel 2006 ha lanciato NeaPolis Innovation, il programma di intesa fra Università e Aziende per intensificare i rapporti di collaborazione nel campo della ricerca e della formazione tecnico-scientifica.

Bene, e ora?

Per conoscere le possibili applicazioni e potenzialità dell’Open innovation in Campania e al Sud iscriviti e partecipa gratis al Technologybiz il 13 e 14 settembre 2017, Palacongressi della Mostra d’Oltremare, Napoli.