L’app per iOS, Android e web risponde a un’esigenza diffusa: archiviare e gestire in maniera semplice i documenti privati e di lavoro in un ecosistema cloud protetto
Quante volte cerchiamo per ore, anche giorni, lo scontrino che pensavamo di aver conservato nel cassetto del comodino e invece niente, non c’è? Quanto tempo perdono le aziende a spulciare faldoni e confusi archivi digitali per ordinare le note spese e le fatture inviate da collaboratori e dipendenti? Possibile che nell’era della digitalizzazione e dematerializzazione non esista una soluzione semplice e veloce per risolvere annose questioni del genere? Lambo risponde a tutto questo. Si tratta di un database personale che ha il compito di archiviare e gestire in maniera intelligente tutta quella serie di documenti che ci invadono la vita, sia personale che professionale. Qualche esempio? Lo scontrino dello smartphone o di qualsiasi altro oggetto che necessita della prova di acquisto per far valere la garanzia, le multe pagate ma che conviene comunque conservare per rispondere a eventuali contestazioni, fatture, note spese e tanto altro. Lambo Archivio Personale risponde a un’esigenza talmente semplice che viene da chiedere ai suoi creatori come mai non ci abbia pensato nessuno prima.
Scatta, archivia e dimentica
«Conservare e ricordare dove sono piccoli pezzetti di carta e certificati è un problema per tutti» – ci spiega Gianni Baroni, amministratore delegato di Lambo. «Se il pubblico consumer non ha avuto, sinora, una piattaforma univoca da usare a tal scopo, le aziende si sono affidate a gestionali interni, spesso non sincronizzabili al di fuori della rete e dunque inutili a casa o quando si è in giro. Con Lambo doniamo un tool veloce e affidabile con cui salvare qualsiasi tipo di attestazione. Si può procedere in due modi: fotografando il documento oppure selezionando i pdf già presenti su smartphone e computer». L’idea di Lambo è nata nel luglio del 2013 da un piccolo gruppo, che dopo un anno ha partorito la versione 1.0 dell’app. Il primo passo è stato sfornare un software basilare, che facesse da test e da apripista ma anche da sentore su quanto realmente ci fosse necessità di uno strumento del genere. «Abbiamo speso i risparmi per una campagna di marketing molto limitata che ci ha fatto registrare una rate di conversione pari al 47%. Su 100 persone arrivate sulla pagina Lambo dello Store, 47 hanno scaricato l’app. Un numero assurdo se si pensa che l’8% è già considerato un buon risultato» – continua l’AD. «Il fatto è che tutti hanno un frigorifero rotto da aggiustare prima o poi. Non c’è un solo individuo che almeno una volta nella vita non abbia dovuto tirar fuori dal portafoglio lo scontrino per riparare o sostituire un prodotto». La versatilità di Lambo è tale da aver incontrato fin da subito il parere positivo del panorama enterprise, di quell’utenza cioè immersa in fogli di carta e documentazioni che, una volta sparse per l’ufficio e non adeguatamente archiviate, rischiano di perdersi per sempre.
Interoperabilità e sicurezza
«La volontà di creare una sezione dedicata al business ci è venuta in primis per facilitare una nostra esigenza aziendale, che poi abbiamo scoperto essere quella di tanti altri professionisti: le note spesa. Sia dall’app che dal computer, si possono creare in automatico i file necessari da salvare in pdf, così da eliminare per sempre il flusso cartaceo. L’interesse è tale che presto porteremo Lambo Archivio Personale a integrarsi con i sistemi di tante aziende (principalmente telco e finance) che vedono nella nostra app una concreta soluzione ai grattacapi dei loro clienti, un metodo sicuro per incrementare la customer retention». Lambo punta sull’interoperabilità tra dispositivi differenti. A un anno dall’app per iOS, il team ha pubblicato la controparte Android. Entrambe viaggiano di pari passo verso le implementazioni e aggiornamenti, all’interno di un ecosistema cloud protetto. Ogni file è crittografato all’interno di un archivio anch’esso cifrato. E non solo: con la funzione “cassetto segreto” è possibile creare un’area riservata a cui si accede solo tramite un pin personale. Una volta sulla nuvola, i documenti vengono sincronizzati. Sarà poi compito del back-up automatico allineare i database una volta online. Attualmente, l’app di Lambo conta 80mila download e 50mila utenti registrati. «Operiamo solo in Italia» – conclude Baroni. «Ma entro 12 mesi vogliamo andare all’estero. Ci aspettiamo tanto dal mercato anglosassone. Lo affronteremo con impegno e dedizione, la stessa che accompagna da quattro anni la nostra avventura».