La rivoluzione dell’IoT in fabbrica

L’intelligenza dei sensori e del software applicata alle linee di produzione cambia la natura stessa di uno specialista come Comau che reingegnerizza i processi

Per Flavio Bernocchi, chief information & communication technology di Comau, azienda leader dell’automazione industriale, l’IoT è una delle tematiche di innovazione più importanti, un motore di forte miglioramento dell’efficienza operativa e della qualità complessiva, due importanti fattori competitivi. «Tuttavia – sostiene Bernocchi – la sfida maggiore che abbiamo oggi è capire in anticipo come i paradigmi produttivi stanno cambiando ed evolveranno in futuro. L’IoT sta modificando la supply chain estesa e la digitalizzazione sta consentendo di realizzare servizi e produzioni sempre più personalizzate. Saper intercettare le nuove esigenze produttive di scalabilità e flessibilità, e quindi le nuove tecniche e tecnologie abilitanti per l’automazione del futuro, è l’opportunità che abbiamo di fronte».

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Prevedere e produrre

Come sono stati affrontati questi temi nel data center e in fabbrica? Individuati i tipi di servizi che Comau può migliorare con l’IoT (per esempio la manutenzione predittiva), si sono presentate due questioni: come digitalizzare l’installato esistente presso i nostri clienti e come progettare in chiave sempre più digitale le nuove generazioni di robot e – più in generale – le macchine industriali. «Per quanto riguarda il parco già installato, le macchine vengono rese intelligenti attraverso l’applicazione di sensori esterni muniti di algoritmi programmati da Comau. Per le nuove generazioni di robot, abbiamo affrontato un process reengineering su tutta la catena del valore, in particolare per l’ingegneria, affinché le nuove soluzioni Comau fossero allineate sin dalla fase di concept alle innovazioni tecnologiche, in chiave sia di intelligenza sia di comunicazione». Lo sforzo ha comportato evidentemente un investimento in risorse tecnologiche, ma quali sono state le azioni sul piano dei ruoli di coordinamento e quali gli eventuali contributi in termini di competenze e collaborazioni esterni? Su un piano tecnico, Comau si è mossa anche stringendo rapporti di partnership con diversi player di mercato su tutta la catena dell’IoT tecnologica: dai sensori, al 5G, sono stati individuati operatori cloud e fornitori di servizi di additive manufacturing. «Internamente – continua Bernocchi – invece abbiamo investito su figure di data scientist, per l’elaborazione di algoritmi e consulting sia per architetture di soluzioni IoT sia per la creazione di modelli a valore aggiunto per i nostri clienti».

Ridurre il time-to-market

Attualmente, l’impatto percepito da parte dei clienti è l’accresciuta efficienza degli impianti e l’incremento della qualità. Informazioni in real-time aumentano infatti la tempestività degli interventi e determinano un monitoraggio della qualità più elevato. «Credo che presto la flessibilità diventerà l’indicatore più apprezzato» – osserva Bernocchi. Oggi, una realtà è inserita in un complesso sistema di relazioni con una clientela industriale anch’essa impegnata sul fronte avanzato dell’innovazione. Se è vero che l’innovazione si estende in senso verticale e orizzontale, anche all’esterno dei confini aziendali di chi vive il cambiamento, quali sono i diversi modelli con cui sistemi di automazione e robotica e i relativi servizi vengono progettati, implementati ed erogati nelle fabbriche 4.0? Comau – precisa Bernocchi – ha il privilegio di lavorare in diversi modelli di delivery che vanno dall’engineering-to-order al make-to-stock e può quindi sperimentare i diversi impatti della digitalizzazione. «Nell’ingegnerizzazione delle linee di automazione, il co-engineering con i nostri clienti in ambienti virtuali è sempre più spinto e anche le simulazioni 3D. Per ridurre il time-to-market, l’allineamento con i nostri fornitori, sia in termini di tempistiche sia di knowledge condiviso, è sempre più pressante». Anche i workflow di comunicazione e approvazione sono sempre più utilizzati. Le infrastrutture reti-dati seguono questo cambiamento. «All’estremo opposto, nel make-to-stock, è la logistica, soprattutto in termini di tracciabilità di materiali su tutta la supply chain, sino ai cantieri dei nostri clienti, a richiedere sempre maggior attenzione».

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