Basta hacker: i democratici USA scelgono la crittografia

Stanchi delle continue violazioni i membri dell’ala del governo hanno cominciato a usare la piattaforma Wickr per comunicare sia internamente che con l’esterno

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Nel 2016 i democratici statunitensi hanno subito diverse violazioni. In realtà qualcuna era avvenuta in passato ma le analisi sul breach erano state scoperte solo successivamente. Il motivo? Prima di tutto rendere impresentabile Hillary Clinton per la Corsa alla Casa Bianca, obiettivo fallito in un certo senso, visto che alla fine la lady di ferro non è riuscita a ottenere la maggioranza per il governo. Stanchi di queste continue minacce, il team ha deciso di passare a Wickr, famosa piattaforma di chat lanciata nel 2014, che punta tutto sull’autodistruzione dei messaggi, un po’ come Telegram. La differenza è che usa la crittografia AES256 unita alla ECDH521, molto difficile da espugnare, tanto che gli sviluppatori hanno offerto negli anni cifre esorbitanti (anche 100.000 dollari) al primo che ne avesse valicato i confini di protezione.

Cosa succede

A quanto pare, i DEM usano il client da giugno sia per comunicare tra di loro che con il mondo esterno, e ne sono soddisfatti tanto da assicurane un prosieguo senza scadenza. Per quanto ne sappiamo, il partito è il primo al mondo ad aver annunciato, pubblicamente, il passaggio a una forma di comunicazione crittografata basata su un’app popolare, utilizzabile da tutti. In questo modo si cerca non solo di bloccare l’ingresso agli intrusi di stati esteri, come la Russia, ma anche agli attivisti legati a WikiLeaks, che la scorsa estate hanno permesso al sito di pubblicare centinaia di documenti appartenenti ai membri del movimento. La strategia cyber dei democratici è chiara: oltre al passaggio a Wickr, il DNC, Comitato Nazionale Democratico, ha assunto l’ex ingegnere di Uber Raffi Krikorian, come capo dell’ufficio tecnologico, per affrontare meglio i rischi derivanti dalla cyberwar indirizzata ai partiti.

Leggi anche:  Group-IB fa luce sulle tendenze cyber: l’Italia è il quarto Paese più colpito dal ransomware in Europa