Apple si inchina alla Cina e lavora a nuovi data center nel Paese

Apple costruirà nuovi data center in Cina per conservare i dati degli utenti locali e conformarsi così alla nuova legge relativa alla sicurezza informatica

Ancora una volta Apple, così come molte altre società straniere, china il capo nei confronti della Cina. Il colosso di Cupertino si adatta alle nuove leggi in materia di cybersicurezza e si prepara a costruire nuovi data center nel Paese in collaborazione con un’azienda locale che garantirà la conformità alle normative in materia di conservazione di dati entrate in vigore poco tempo fa. D’altronde non si può biasimare la Mela per questa decisione. La Cina infatti attualmente rappresenta per Apple il terzo mercato più importante dopo Stati Uniti ed Europa e soprattutto il 20% di tutti i ricavi della società. Non rispettare tale legge significherebbe perdere milioni di utenti iCloud residenti nel gigante asiatico.

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Il data center verrà costruito nella provincia orientale di Guizhou e rientra in un più ampio piano di investimenti da 1 miliardo di dollari destinato alla Cina. La nuova legge impone non solo di conservare i dati degli utenti del Paese in strutture poste all’interno di esso ma anche di gestirli secondo precise direttive. A controllare che tutto sia in linea con le direttive del governo sarà l’azienda Guizhou-Cloud Big Data Industry.  La struttura, ha spiegato il CEO di Apple Tim Cook “ci permetterà di migliorare la velocità e l’affidabilità dei nostri prodotti e servizi e di soddisfare allo stesso tempo i requisiti del regolamento appena approvato”. La Mela ha inoltre assicurato che “in nessuno dei sistemi sarà creata una backdoor” ma è evidente che per gli utenti cinesi la nuova legge rappresenta un ulteriore limite alla loro libertà online. Pochi giorni fa è inoltre circolata l’indiscrezione che Pechino voglia impedire l’accesso a qualsiasi rete VPN e ciò avrebbe effetti negativi non solo sulle aziende estere che operano in Cina ma anche su coloro che utilizzano questi sistemi per aggirare la censura governativa.

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