Un nuovo landmark spicca nel paesaggio lodigiano: è il nuovissimo quartier generale della prima software house italiana, realizzato con un occhio sia all’estetica sia alla sostenibilità ambientale
Dal brutto anatroccolo alla crisalide che diventa farfalla, le metafore si sprecano. Perché quello che era un anonimo edificio anni 70 si è trasformato in un landmark che lascia il segno. Il nuovo quartier generale di Zucchetti, inaugurato a Lodi a fine giugno, è infatti nato dalla ristrutturazione di un edificio già esistente e privo di particolari pregi architettonici. Mentre la nuova sagoma che caratterizza i 14 piani del palazzo è di sicuro impatto, e si candida a divenire un ulteriore elemento di spicco della città di Lodi, della quale è noto a tutti il gradevole centro storico. Destinata dal prossimo luglio a ospitare 350 degli oltre 3.400 dipendenti della software house, che è nata e cresciuta proprio a Lodi, e che è da oltre dieci anni la prima azienda italiana di software, con un fatturato di 410 milioni di euro nel 2016 e oltre 135.000 clienti complessivi, la nuova Torre Zucchetti ha visto un’inaugurazione di tutto rispetto, a cominciare dalla presenza del fondatore dell’azienda Mino Zucchetti, insieme ai due figli Alessandro, presidente di Zucchetti Spa, e Cristina, presidente di Zucchetti Group, oltre naturalmente alle autorità locali. “Fare le cose vecchie in modo nuovo: questo è uno dei principi che ci guidano nella realizzazione dei nostri software e che ci ha ispirato anche nella realizzazione di quest’opera”, ha commentato Alessandro Zucchetti, spiegando che “questa torre rappresenta l’essenza stessa della nostra azienda, con un edificio futuristico, ‘green’ e funzionale che è rivalutando ciò che esisteva già in precedenza, senza distruggere”.
“Onde cerebrali”
In effetti, il progetto di recupero studiato dall’architetto Marco Visconti di Torino, cui si devono tra l’altro anche il complesso industriale Fiat di Melfi in Basilicata o alcuni padiglioni della sede Ferrari di Maranello, ha puntato molto sull’innovazione e sull’eco-sostenibilità, tanto da meritarsi nel 2016 il riconoscimento di “Best Sustainable Italian Re-adaptation Design”. Nelle parole dello Studio di architettura che ha curato il progetto, si è partiti dalla “volontà di avvolgere il volume della Torre, proteggendola con un drappo. A tale scopo si è pensato una struttura a rete morbida e sinuosa, realizzata impiegando una famiglia di tubi curvi in grado di creare una forma mossa naturale applicata molto al di là della facciata”, che crea così un involucro naturale caratterizzato da linee vibranti: “onde cerebrali” pensate per simboleggiare visivamente l’essenza stessa del lavoro intellettuale.
Showcase delle soluzioni aziendali
Ma non solo: la copertura che avvolge l’edificio costituisce una struttura frangisole che contribuisce al risparmio energetico, dimostrando ulteriormente la sostenibilità ambientale, che si esplica anche con l’impianto fotovoltaico installato sulla facciata meridionale dell’edificio e l’utilizzo di una pompa di calore che utilizza le acque sotterranee per la climatizzazione. Inoltre, la nuova Torre Zucchetti rappresenta una sorta di showcase delle soluzioni della software house: se nel cantiere è stato utilizzato il software per la sicurezza progettato proprio da Zucchetti, con il risultato di non aver avuto alcun infortunio, nella gestione dell’edificio verranno utilizzati altre soluzioni sempre targate Zucchetti, come quelle per il controllo accessi e la gestione energetica.