Il processore realizzato con tecnologia a 28 nanometri è il primo a debuttare sia sul mercato IoT che automotive
Si chiama i T200 ed è il chip che Samsung ha destinato all’Internet delle Cose. Il nuovo arrivato della famiglia Exynos è nato grazie al processo di realizzazione a 28 nanometri, che ha permesso di ottenere un prodotto dal basso consumo energetico ma dalla buona resa in termini di potenza, grazie a due Cortex-R4 e a un Cortex-M0+ aggiuntivo, che entra in gioco quando c’è bisogno di compiere attività più onerose in termini di alimentazione. Visto il target di riferimento, l’i T200 supporta il Wi-Fi 802.11b/g/n su banda singola a 2.4 GHz ed è dotato della certificazione Microsoft Azure per l’IoT, insieme al protocollo per lo standard stilato dalla Open Connectivity Foundation, che lavora per semplificare la comunicazione senza soluzione di continuità tra dispositivi connessi.
Più sicuro
Sappiamo quanto l’Internet delle Cose sia soggetto a malware e virus, che prendono di mira vulnerabilità ancora poco considerate dagli utenti finali, ed è per questo che Samsung ha pensato bene di dotare il chip del Secure Sub System, uno strumento di gestione delle minacce che opera a livello hardware, per bloccare l’accesso alle sezioni fisiche del dispositivo. Al suo fianco vi è la funzione Physically Unclonable (PUF), che fornisce un servizio sicuro di data storage e autenticazione, grazie a un processo di costruzione che prevede l’inserimento di un elemento univoco casuale, parte integrante della componente hardware, molto difficile (se non impossibile) da clonare, senza il quale non si possono ottenere le informazioni desiderate.
Stando alle prime dichiarazioni del board di Samsung, l’Exynos i T200 verrà utilizzato anche in ambito automotive, una prima assoluta per un chip a 28nm. Non si conoscono ulteriori dettagli a riguardo ma probabilmente arriveranno a breve.