Una chiacchierata con il nuovo numero uno in Italia del colosso californiano nello storage per fare il punto sulle tendenze del mercato e sulle opportunità per le aziende
«La stima, autorevole, di IDC è che i dati raggiungeranno un totale di 40 zettabyte, entro la fine di questo decennio: questo significa che sarà disponibile un’enorme quantità di informazioni che possono offrire reali vantaggi di business se utilizzate adeguatamente» – esordisce Marco Pozzoni, country sales director di NetApp Italia, intervistato da Data Manager. In questo scenario, «per le aziende l’opportunità da cogliere è quella di accelerare il percorso verso la digital transformation, per sfruttare al meglio i vantaggi offerti da questa esplosione dei dati» – prosegue Pozzoni, spiegando che per NetApp si tratta di «un’occasione per trasferire ulteriore valore ai clienti aiutandoli su tre fronti principali: rendere più moderno lo storage e il data management, accelerando i processi e le applicazioni con le tecnologie flash, costruire il datacenter di prossima generazione e sfruttare tutto il potenziale del cloud ibrido, tenendo presente le due linee guida della disponibilità dell’accesso in mobilità attraverso il cloud e della sicurezza del dato».
La scalata del flash
Su questo, si staglia l’avanzata delle tecnologie di flash storage, dovuta ai «grandi vantaggi di business che porta ai clienti e che rendono solido e conveniente il business case. Per esempio, la maggiore velocità delle soluzioni flash NetApp permette a Italiaonline di rendere più veloce la visualizzazione delle email a milioni di utenti e di supportare il grande carico di lavoro che le applicazioni mobile e push comportano, ma al contempo permette anche di erogare più contenuti pubblicitari» – esemplifica Pozzoni. Il vendor californiano ha da tempo «creduto e investito in queste tecnologie e oggi ha un portfolio completo di soluzioni, che ci ha permesso di scalare rapidamente i ranking mondiali e di acquisire quote di mercato a livello globale. Secondo IDC, NetApp è cresciuta del 231 per cento anno su anno per quanto riguarda il mercato All-Flash Array, ottenendo la seconda posizione a livello Emea e la prima in diversi mercati europei chiave» – fa notare Pozzoni.
Spazio alla tradizione
Va però detto che «non tutti i workload richiederanno la potenza e la velocità offerta dalle tecnologie All-Flash: questo lascia ancora spazio alle tecnologie ibride e tradizionali, che continueranno a essere un mercato rilevante, anche se caratterizzato da tassi di crescita più contenuti» – sottolinea Pozzoni, spiegando che «poiché una buona parte dei workload saranno spostati nel cloud o presso Hyperscaler, NetApp sta investendo e ottenendo riconoscimenti anche nelle tecnologie object storage con la soluzione StorageGRID Webscale, che permette di catalogare, ricercare e distribuire geograficamente un numero elevato di oggetti, gestendo sicurezza e tiering attraverso policy, e accessibile in modalità solo software o abbinato ad appliance basate sulle soluzioni E-Series».
Verso il software defined storage
L’altra grande tendenza del momento è quella del software defined storage, che per Pozzoni rappresenta «l’essenza di come le tecnologie NetApp nascono e si sono sviluppate, come si vede da tre esempi. Il primo è l’evoluzione di ONTAP, che oggi è disponibile in modalità solo software, con una virtual machine su server commodity che è commercializzata con il nome di ONTAP Select, come ONTAP – sistema operativo delle nostre appliance nei sistemi FAS e All Flash FAS, oppure infine come ONTAP Cloud, cioè fruibile come sistema operativo nei servizi di Storage as a service presso Hyperscaler come AWS e Microsoft Azure». Ma vi sono anche altri esempi, come NetApp StorageGRID Webscale, un software di nuova generazione per l’object storage, che aiuta le imprese ad avere il controllo sui rich content e ad accelerare la loro trasformazione digitale, oppure AltaVault, soluzione integrata nel cloud per il backup e ripristino dei dati, che permette di sfruttare i vantaggi del cloud preservando allo stesso tempo gli investimenti effettuati per la strategia di backup. Questi sono tre esempi di una filosofia di soluzioni native per il cloud ibrido, a nostro avviso la soluzione che offre i maggiori vantaggi in termini di flessibilità operativa e finanziaria, facilità di gestione e costi» – conclude Marco Pozzoni.