La nuova piattaforma di sviluppo permetterà di creare centinaia di applicazioni che sfruttano la realtà aumentata come mai prima d’ora. Ne beneficeranno tutti
No, Apple non ha re-inventato nulla questa volta, ma il peso che il suo brand ha nell’economia digitale si farà sentire, come in passato. Con ARKit, la Mela ha creato una piattaforma di sviluppo che consentirà a migliaia di appassionati e software house di lanciarsi nel mondo dell’interazione aumentata, sia a scopo ludico che formativo e professionale. Un contesto del genere esiste già, da anni, ma è evidente che l’appeal dell’App Store ha tutto un significato diverso per la massa dei consumatori. Se finora l’augmented reality ha stentato, alcuni progetti indirizzati all’utente finale ne hanno dimostrato le potenzialità. Prendiamo come esempio Pokémon Go, un gioco di per sé semplice e basilare che ha generato una montagna di profitti sia diretti che indotti, tramite campagne di marketing terze.
Nuovo slancio alla digital economy
La sensazione è che con l’ingresso di Apple nel settore tutti i progetti paralleli, anche della concorrenza, subiranno uno slancio notevole. Non a caso la compagnia di Cupertino è il punto di riferimento quando si parla di applicazioni mobili e anche in altri reparti, spiccatamente hardware, è in grado di mantenere in alto, da sola, le sorti di intere categorie (come quella degli smartwatch). La semplicità con cui ARKit consente ai developer di progettare mondi che interagiscono con l’ambiente circostante è disarmante: persino i progetti già pubblicati in 2D possono essere convertiti a tre dimensioni, senza dover compilare il codice da zero. In questo modo una singola app può assumere forme differenti sui negozi digitali: modalità classica o AR, così da spingere sempre più persone a esplorare l’esperienza aumentata e immersiva. Per il momento la presenza della Mela si limita a questo campo mentre il passo nel VR è più leggero. I prossimi iMac potranno supportare gli HTC Vive (non gli Oculus) ma è evidente che prima o poi Cook dovrà integrare maggiormente i prodotti dell’azienda con strumenti capaci di guidare la monetizzazione hi-tech del futuro.