Uno dei paesi dell’alleanza Five Eyes spinge per una legge che consenta alle forze dell’ordine di tradurre i messaggi protetti da crittografia come quelli su WhatsApp
Si è tenuta a inizio settimana una riunione dei paesi appartenenti alla coalizione Five Eyes, resa famosa da Snowden e dai documenti che legano le attività della NSA con le agenzie dei singoli stati. Il tema del giorno è stato il terrorismo e le iniziative che possono aiutare a prevenire gli attacchi su larga scala. Secondo l’Australia, una di queste è rappresentato dalla possibilità di intercettare e tradurre i messaggi crittografati che i terroristi si scambiano su piattaforme d’uso comune, come WhastApp e Telegram. La mossa del governo di Canberra è la diretta conseguenza del diffuso stato di ansia che pervade i controllori a livello globale. L’escalation di attacchi in Occidente sta mettendo in seria discussione l’operato degli organi internazionali, soprattutto a livello di intelligence, dove il supporto della tecnologia può risultare fondamentale.
Cosa succede
Per questo le compagnie del tech sono spesso combattute tra il dover assicurare una certa privacy agli utenti e aiutare la lotta al terrorismo. La bilancia è molto sensibile e mantenere un equilibrio soddisfacente non è semplice. L’Australia non ha intenzione di proseguire sulla sua strada senza trovare un punto di incontro con chi sviluppa e gestisce i servizi di chat più famosi. “La nostra volontà e di cooperare con chi fornisce tali piattaforme, per assicurare una concreta assistenza sia alla polizia che agli utilizzatori. Non è chiaro in che modo si intenda raggiungere un obiettivo del genere ma intanto la proposta di decriptare i messaggi protetti, intercettati dagli agenti, è stata avanzata e presentata dal procuratore generale del paese George Brandis e dovrà ora essere discussa dalle controparti.