Il gruppo ha confermato che entro la fine dell’anno terminerà lo scanning automatico dei messaggi di posta per mostrare annunci personalizzati
Avete presente quella strana sensazione di ritrovarsi, subito dopo aver cercato una bottiglia di vino su Amazon, i banner pubblicitari di tanti siti web pieni dello stesso prodotto o di oggetti simili? La magia dei cookie è qualcosa che in Google conoscono bene, gestendone in gran parte le potenzialità. Per questo, la notizia della possibilità di creare tracce automatiche delle preferenze delle persone spulciando i messaggi di Gmail non era stata accolta con il favore che forse si aspettavano a Mountain View quando, nell’aprile del 2014, un aggiornamento delle policy aveva svelato la sublime tecnica. A distanza di oltre tre anni, il team fermerà l’algoritmo di analisi della posta, impedendo dunque che gli annunci mostrati durante la navigazione siano la diretta conseguenza dei contenuti presenti nelle email, intesi come oggetti di consumo e servizi da offrire agli utenti. Un semplice link alla spiaggia preferita, una finestra di TripAdvisor o del sito di booking più usato poteva bastare per spingere Google a creare un’offerta ad-hoc da vendere agli inserzionisti e alle loro campagne di marketing.
Perché lo ha disattivato
Intendiamoci: il fatto che la compagnia terminerà, entro la fine dell’anno, lo scanning di Gmail non vuol dire che non avrà più tra le mani i dati e le preferenze dei suoi iscritti. Le informazioni di Google+, di YouTube e delle altre piattaforme (Maps, Chrome, ecc.) continueranno a raccogliere elementi utili alla causa degli ads, di certo non meno precisi o pertinenti quando orfani dei messaggi di posta. Ad ogni modo, la decisione dell’azienda di Alphabet è un buon primo passo verso la tutela dei diritti dei consumatori. In più di un’occasione le associazioni in difesa della privacy avevano interpellato la legge per capire dove fosse arrivata la strategia intrusiva della multinazionale, ponendo più di un dubbio sulla lecità delle sue operazioni. Il risultato è che presto le politiche di utilizzo di Gmail cambieranno, promettendo riservatezza e maggiore discrezione.