Enterprise mobility. Evoluzione della specie

Roberti Gabriele_Idc

E’ iniziata una nuova fase per le soluzioni EMM, che sull’onda della digital transformation stanno spostando la focalizzazione dagli aspetti di gestione dei componenti tecnologici ai processi

Il 2017 rappresenta l’anno di inizio di una nuova fase dell’evoluzione delle soluzioni di enterprise mobility management (EMM), con una rapida espansione delle funzionalità, oltre a quelle tipiche legate ai device mobili, che includono la gestione di pc, oggetti connessi, wearable, lettori e altri terminali. Tale cambiamento segue il percorso di trasformazione digitale delle aziende, anche italiane, più evolute, dove l’attenzione si è ormai spostata dagli aspetti della gestione dei componenti tecnologici ai processi. Questi sono abilitati e automatizzati da applicazioni e piattaforme intelligenti, in grado di dialogare con sistemi centralizzati, persone e sensori distribuiti sul territorio, guardando verso la business community, oltre i confini fisici dell’azienda. In questo percorso di trasformazione, non è più sufficiente limitarsi a fornire un device per comunicare. Le soluzioni EMM devono supportare lo sviluppo di applicazioni, con requisiti in termini di interfaccia utente e usabilità che rendano tutto il processo più fluido in diverse situazioni d’uso. La protezione degli asset (dati e informazioni oltre ai beni) e la sicurezza aziendali restano una preoccupazione, ma l’agilità guadagnata compensa ampiamente gli investimenti. Anche a livello di mercato, i confini fra le soluzioni di sicurezza (mobile enterprise security, identity and access management) e gestione (mobile device & content management) si sfumano, convergendo in sistemi di enterprise mobility management, mentre le crescite più interessanti le otterranno le mobile application development platform (MADP), per lo sviluppo di applicazioni sicure e integrate con i processi aziendali. In Italia, il valore del mercato del software e dei sistemi di enterprise mobility, nel 2016, è stato di circa 71 milioni di euro, e crescerà con incrementi medi annui intorno al 20% entro il 2019; i servizi professionali correlati a queste soluzioni, in aggiunta, arriveranno a generare 1,3 miliardi di dollari entro il 2019.

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Di seguito analizziamo i 5 driver di questa crescita.

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1.Accelera la gestione unificata degli endpoint – La gestione dei pc tramite piattaforme MDM/EMM, all’orizzonte da diversi anni, è stata aiutata dalla comparsa di Windows 10. Le MDM API del sistema operativo sono il catalizzatore di questa trasformazione, consentendo la gestione, configurazione e l’aggiornamento dei desktop e laptop in modo simile a quello degli smart device con i OS mobili. La maggior parte dei fornitori di EMM ha già incominciato a proporre le proprie soluzioni per la gestione unificata di mobile device e pc e le imprese hanno iniziato a considerare questa strategia come l’evoluzione a medio-lungo termine per la gestione e il controllo di un insieme sempre più ampio e variegato di endpoint aziendali. Nel breve termine, le soluzioni PCLM (pc life cycle management) rimarranno, aiutate dalla permanenza delle versioni più vecchie del sistema operativo. Tuttavia, secondo IDC, gli oltre 200 milioni di dispositivi Windows 10 installati nelle imprese di tutto il mondo, raddoppieranno entro il 2020, rappresentando oltre il 90% della base installata dei sistemi operativi aziendali, stimolando un riassetto della competizione nell’area EMM.

2.Una piattaforma per l’Internet of Things – Il concetto di EMM come piattaforma di gestione e controllo anche per dispositivi IoT è stato sviluppato già nel corso degli ultimi anni, ma la vera estensione della rete aziendale a nuovi e diversi dispositivi in ottica IoT si svilupperà solo nei prossimi mesi. Queste piattaforme includeranno ad esempio: Sale conferenze connesse, che uniscono rete e attrezzature (proiettori, schermi, lavagne intelligenti e piattaforme per videoconferenza e applicazioni), con strumenti per la gestione dei dispositivi, policy, sicurezza, connettività e gestione delle richieste degli utenti finali. Soluzioni per il retail, che includono i dispositivi mobili utilizzati nei punti vendita e sistemi di digital signage, “customer-facing interface”, beacon per il tracciamento dei clienti, applicazioni per l’inventario e l’assistenza clienti. Soluzioni specifiche, basate su device wearable e AR/VR, già nativamente predisposti per l’integrazione con le piattaforme EMM. In aggiunta a queste soluzioni, nelle piattaforme EMM saranno integrati la gestione e la sicurezza dei gateway IoT, apparati localizzati all’”edge” delle reti, in grado di raccogliere ed elaborare grandi quantità di dati da endpoint IoT distribuiti (sensori, contatori, etc), connessi con reti a lungo raggio, basso consumo e bassa capacità. In questo scenario, le piattaforme EMM agiranno sulla distribuzione del software, sulla gestione di policy e applicazioni e sulla messa in sicurezza della connessione, in modo simile a quanto avviene per smartphone e tablet.

3.Gli analytics agganceranno i mobile worker – L’integrazione di strumenti di analytics e AI nelle soluzioni EMM sarà finalizzata a ottenere informazioni su come funzionano i processi aziendali e quali di questi sono ottimizzati o inefficienti, diventando una fonte di informazioni strategiche e potendo guidare azioni di tipo correttivo. Inizialmente le funzioni legate a questi strumenti saranno di intelligence preventiva, di sicurezza del dispositivo e di ottimizzazione della distribuzione delle applicazioni. Nel medio termine, invece, gli analytics saranno sfruttati nelle piattaforme EMM per produrre e registrare dati sull’attività dei mobile worker, fino all’utilizzo degli stessi con sistemi cognitivi o di intelligenza artificiale: dall’accesso alle applicazioni alla localizzazione (GPS / cellulari / Wi-Fi) fino al registro delle attività, il tutto nel rispetto della privacy dei lavoratori.

4.Arrivano i device SUMU (single use, multi user) – Gran parte della trasformazione digitale consiste nella conversione dei processi cartacei analogici in digitale. Molti processi che in passato comportavano il caricamento dei dati su carta o su pc sono candidati a passare sui tablet. Non si tratterà solo di tablet o smartphone dati al singolo lavoratore, ma piuttosto di device monouso e multi-utente: i cosiddetti SUMU. Questi device non sono una novità, ma il loro utilizzo continuerà a estendersi, come alternativa all’utilizzo di input su carta. I device SUMU richiedono specifiche funzioni di configurazione e monitoraggio, necessitano quindi di una gestione EMM, pur non avendo criticità tipiche di approcci BYOD. I device SUMU saranno prevalentemente tablet touchscreen, utilizzati con modalità single-app o con guide all’accesso per svolgere una sola funzione. Li vedremo ad esempio in attività di field service management e nelle catene di produzione, ma continueranno a essere utilizzati anche in settori retail a contatto con i clienti.

5.Wearable nelle imprese: dove non sono arrivati gli smartwatch arriverà l’AR/VR – Nel 2017 i wearable nelle imprese supereranno la fase sperimentale (dominata dai dispositivi da polso) e cominceranno a essere più largamente utilizzati, includendo altre tecnologie indossabili, come i dispositivi di tracciamento e visori AR/VR. I casi d’uso si allargheranno alle sale operatorie, dove visori permetteranno ai medici di accedere a informazioni e operare da remoto, fino alle attività sul campo, dove accedere alle informazioni in modalità “hands free” può essere una questione di produttività quanto di sicurezza fisica. I wearable saranno integrati in piattaforme EMM per garantire la sicurezza e le funzioni di gestione, con funzionalità di “geofencing” (la limitazione dell’accesso ai dati aziendali solo quando i device sono utilizzati in una certa area), di crittografia delle connessioni e con altre funzioni di sicurezza per proteggere asset e informazioni aziendali.

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Gabriele Roberti, research & consulting manager di IDC Italia