Dynatrace avverte che i consumatori abbandoneranno le applicazioni per sceglierne altre
se gli sviluppatori non sapranno raggiungere livelli maggiori di affidabilità
Nel decennale del lancio dell’iPhone, i problemi delle prestazioni delle app rimangono una sfida importante, impedendo di fatto a molti di realizzarne il pieno potenziale. Poiché le persone fanno molto affidamento sulle app per tutto, dallo shopping ai servizi bancari, dagli appuntamenti agli allenamenti, è emersa una fiorente economia delle app che si prevede raggiungerà un valore di 100 miliardi di dollari entro il 2020. Dato che gli sviluppatori di app hanno lavorato per attingere sempre di più a questo enorme mercato, il numero di app disponibili sull’App Store di Apple è salito del 2750% – passando da appena 800 a luglio 2008 a 2,2 milioni a gennaio 2017. Grazie allo store, Apple ha raccolto 29 miliardi di dollari di ricavi lo scorso anno, con una crescita di 9 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente.
Tuttavia:
· Gartner stima che entro il 2019 il 20% dei brand abbandonerà le proprie applicazioni mobili a causa di livelli di adozione, engagement dei clienti e utile sull’investimento significativamente inferiori alle aspettative.
· La ricerca di Dynatrace evidenzia che il 47% dei consumatori si aspetta che le app mobile si aprano in meno di tre secondi. Il 75% di loro abbandona un’app e ne cerca un’altra se è lenta, con bug o incline a crashare.
· Inoltre, la ricerca di Dynatrace ha rilevato che quasi un terzo (32%) dei consumatori non utilizzerà nuovamente un’applicazione mobile se non funziona la prima volta.
· Il 50% dei Millennials dà voce alle proprie esperienze negative sui social media e attraverso le recensioni sull’app store.
· L’ultimo State of Mobile Device Performance and Health Report di Blancco ha evidenziato che il crash delle app è il problema di prestazioni più frequente sui dispositivi iOS, responsabile per il 32% di tutti i problemi riscontrati.
Dave Anderson, digital performance expert di Dynatrace, ha dichiarato: “È quasi inconcepibile che le applicazioni mobile continuino a crashare e ad avere prestazioni così mediocri. I consumatori sono viziati dalla possibilità di scegliere tra così tante app, per cui non resteranno fedeli a un’applicazione se le performance sono scarse. La abbandoneranno e cercheranno di meglio – anche se è un’applicazione gratuita. Questo mette molta pressione sugli sviluppatori perché si assicurino che la loro app funzioni costantemente, soddisfacendo al tempo stesso la richiesta di continui aggiornamenti con nuove funzionalità straordinarie”.
“È davvero difficile raggiungere una tale stabilità mentre si innova rapidamente; soprattutto considerando che aziende native digitali come Amazon, che rilasciano aggiornamenti software ogni 11 secondi, costituiscono un termine di paragone difficile da sostenere. Questi cicli di release rapidi rendono molto difficile risolvere bug, ottimizzare le app e accertare che il livello di sicurezza sia adeguato, ma gli sviluppatori non hanno scelta se devono competere con le aspettative del consumatore di oggi e i livelli di performance offerti dalle aziende leader – come Apple, Uber e Amazon. È quindi fondamentale testare e monitorare costantemente l’impatto delle modifiche fatte a una app sulle sue performance, in modo che gli sviluppatori possano riconoscere chiaramente i problemi e identificarne immediatamente le cause, quando si verificano”.
“Il compito sta comunque diventando via via più arduo, perché l’ecosistema digitale si fa sempre più complesso. Nuovi tipi di dispositivi emergono quasi ogni settimana e lo stack IT che sostiene le app mobile si evolve costantemente – ed è diventato estremamente complicato. Per di più, i problemi di performance potrebbero riguardare qualsiasi cosa, dall’app stessa a un tipo particolare di device, operatore di rete o sistema operativo. Per questo i vecchi metodi manuali di monitoraggio delle app non sono più adeguati per la app economy di oggi. Le aziende devono rivolgersi alle potenti capacità analitiche dell’intelligenza artificiale per dare un senso ai dati sulla performance e scoprire le cause di un problema prima che gli utenti ne soffrano i disagi e comincino ad abbandonare la loro app”.