Così OnePlus è diventata una multinazionale come le altre

OnePlus 5 è ufficiale: bello e potente ma il prezzo cresce sempre più. Addio alle necessità dei consumatori

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C’è stato un momento nella folgorante storia di OnePlus in cui l’azienda è passata dall’essere una startup promettente a una multinazionale hi-tech come le altre. Con il lancio di OnePlus 3, la compagnia ha abbandonato l’iniziale idea di vendere solo online tramite inviti, aprendosi alla totalità del mercato via web. Una decisione ovvia, per carità, che però ha fatto leggermente perdere l’aurea di esclusività ai suoi smartphone. La necessità per una startup è quella di farsi conoscere e vendere e fino a quel momento la cinese stava solcando sentieri mai intrapresi prima d’ora dalla concorrenza, sui quali conta più l’essere (leggi hardware) dell’apparire. Chiariamo: oggi OnePlus 5 è ancora un mostro di potenza e dal design ricercato ma l’essere entrato nelle logiche mainstream potrebbe aver affossato il progetto.

Cosa non va

Il problema non sta tanto nell’estrema somiglianza con l’iPhone 7 Plus, che di per sé potrebbe anche essere un pregio, ma l’aver posizionato il telefono in quella fascia di prezzo in cui la concorrenza è forte, tra un Huawei e un Samsung. I prodotti di Apple sono prezzati decisamente di più, ma chi è orientato su un iPhone difficilmente vira su Android. La giungla di device con il sistema operativo di Google è invece più affollata e vagamente omogenea verso le punte più alte. Perché un utente oggi dovrebbe virare su OnePlus 5 piuttosto che Huawei P10 o Galaxy S8 (online già a meno di 500 euro)? Una domanda alla quale non si può rispondere oggi, a un giorno dall’apertura delle vendite dell’ultimo smartphone, dotato di processore Snapdragon 835, fino a 8 GB di RAM e 128 GB di storage. La fotocamera è doppia, c’è la ricarica veloce e l’ingresso USB di Tipo-C. Specifiche sulle quali non si può discutere, a differenza del prezzo, che al top arriva a 569 euro.

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