La voglia di retrogaming paga ancora: Nintendo porta a casa un risultato inaspettato che, unito al successo di Switch, la proietta in testa alla classifica dei produttori
Né Sony né Microsoft. A salire in cima alla classifica dei produttori di console domestiche più vendute negli USA, per il mese di aprile, è Nintendo. L’azienda giapponese può tranquillamente crogiolarsi dei risultati ottimi ottenuti dalla sua Switch che ne hanno rialzato le sorti dopo i difficili anni vissuti con la Wii e sue iterazioni. Eppure, a trainare in parte i ricavi di Nintendo non è solo l’ibrido di casa ma un dispositivo che ha fatto la storia dei videogame: il NES. La Classic Edition è andata letteralmente a ruba ovunque, tanto che su Amazon ha raggiunto cifre davvero alte, sino a 229 euro (il prezzo originale è di 60 dollari), più o meno quanto serve per acquistare una Xbox One di nuova generazione. A confermare l’ottimo momento della compagnia è il gruppo NPD, esperto di ricerche di mercato: “Attualmente Nintendo occupa le prime due posizioni tra le piattaforme di gioco più vendute negli USA con Switch e NES Classic”.
Prodotto limitato
Quale sia il motivo dietro tale successo è presto detto: la voglia di tornare a divertirsi con titoli semplici ma coinvolgenti e la possibilità di farlo a un prezzo ridotto. Fino ad oggi sono 2,3 milioni le unità spedite in tutto il mondo e, vista la richiesta, è presumibile che sia questo il numero di quelle vendute, al netto di uno scarto di qualche centinaia. Con tali cifre, è apparso molto strano che Nintendo annunciasse, un paio di mese fa, la chiusura della produzione di NES Classic Edition, che avrebbe potuto incrementare ulteriormente i ricavi sul lungo periodo. Come mai una scelta del genere? La spiegazione era arrivata direttamente dal presidente della divisione americana, Reggie Fils-Aime: “Il NES Classic Mini era stato pensato esclusivamente per il periodo natalizio ma vista la domanda abbiamo prolungato la produzione fino al possibile. La nostra strategia è però un’altra, sono altri gli obiettivi e in questo momento non godiamo di risorse illimitate”. Insomma, un punto molto alto nella storia di Nintendo si è concluso. Tutti gli sforzi si rivolgono al presente e al futuro prossimo, che parla sempre più la lingua della Switch e dell’opportunità di abbattere le mura che dividono il gioco domestico da quello in mobilità.