Equinix, crescere in Italia

È il multi-cloud il focus della società, fresca dell’acquisizione dei data center americani di Verizon, che non nasconde ambizioni di rilievo anche nel nostro Paese, giudicato ad alto potenziale

“L’Italia costituisce un ottimo potenziale per Equinix: oltre a essere la terza maggiore economia della zona Euro, vanta anche un’area come quella di Milano, che si colloca al terzo posto in Europa per Prodotto Interno Lordo complessivo”. È così che Eric Schwartz, President Emea di Equinix, spiega a Data Manager quali siano le prospettive in Italia della società californiana specializzata in soluzioni di co-location e interconnessione, che gestisce oltre 175 data center in 21 Paesi e 44 aree metropolitane dei cinque continenti, dove opera con oltre 1.500 fornitori di servizi di rete e più di 2.750 cloud e service provider. L’occasione è l’incontro di inizio maggio in cui Equinix si è presentata ufficialmente al pubblico del nostro Paese, dove in realtà era già presente da tempo grazie anche all’acquisizione dei data center di Telecity.

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Tre data center in Italia

In particolare, gli attuali tre data center di Equinix sono tutti nell’area di Milano: ML2 Savona, ML3 Basiglio e ML4 Cascia, definiti dalla società stessa IBX, ovvero International Business Exchange, sono gli unici centri di co-location di tipo carrier-neutral dell’area milanese, permettendo ai clienti di scegliere servizi di rete tra più di dieci network service provider nazionali e internazionali, oltre che i servizi cloud di più di 60 fornitori. Ma l’importanza del nostro Paese, nelle parole di Schwartz, risiede anche nella sua posizione geografica favorevole, in quanto si trova al centro delle connessioni sottomarine tra Estremo Oriente, Africa e Medio Oriente, e ha un ottimo collegamento con la dorsale atlantica verso gli Stati Uniti. In questo, ha fatto notare Régis Castagné, Managing Director per Francia, Italia e Svizzera di Equinix, conta anche “il fatto che 17 delle landing station dei cavi sottomarini si trovano in Sicilia, e questo costituisce un’opportunità molto rilevante sia per il mercato sia per noi, che non a caso abbiamo scelto di essere tra i membri fondatori di Open Hub Med, il primo hub neutrale per lo scambio del traffico Internet nel bacino del Mediterraneo, che ha sede a Carini, alle porte di Palermo, e che con 25 cavi sottomarini presidia un’area in cui si estendono i principali snodi delle telecomunicazioni tra Africa, Asia, Europa e America”.

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Verso il multi-cloud

Le potenzialità riguardano anche l’area del cloud: “In Italia l’adozione del cloud è forse partita un po’ in ritardo, ma ora è decollata decisamente, e con le prospettive di Industria 4.0 e la trasformazione digitale, le aziende si stanno rendendo conto che servono infrastrutture di business sempre più elastiche, come quelle offerte dal multi-cloud”. La tendenza è registrata anche dalla ricerca IDC Cloud FutureScape 2017, citata nel corso dell’evento dall’analista di IDC Francesca Ciarletta, dalla quale è emerso che da qui al 2018, cioè entro la fine del prossimo anno, oltre il 70 per cento delle grandi aziende IT in Europa Occidentale si impegneranno sul fronte delle architetture multi-cloud. Si tratta di architetture ancora in divenire, che prevedono l’utilizzo di servizi su diversi cloud pubblici, oppure un mix articolato di risorse presenti on premise e in cloud privati o pubblici. La proposta di Equinix, che poggia sulla propria Interconnection Oriented Architecture (IOA) che collega molteplici cloud, integra connessioni di terze parti e non dimentica l’importante aspetto della sicurezza, è in grado di abilitare qualsiasi scelta cloud. Più in dettaglio, la proposta specifica Cloud Exchange di Equinix permette di migrare in multi-cloud superando le classiche barriere quali le difficoltà di collegamento a uno o più service provider, permettendo di utilizzare i componenti ritenuti migliori da ciascun fornitore.