SUSE presenta la prima edizione della Software Defined Storage Research

software defined storage

In Italia il 97% degli intervistati è interessato al Software Defined Storage e il 43% lo ritiene un facilitatore nello sviluppo di servizi per il web, dal mobile ai big data

SUSE ha presentato la prima edizione della Software Defined Storage Research realizzata in collaborazione con LoudHouse, la divisione di ricerca di fama internazionale di Octopus Group. La ricerca ha confermato un trend ormai indiscutibile: le aziende hanno capito che i sistemi di storage tradizionali non sono adatti a fronteggiare il proliferare dei dati nell’epoca della digital transformation.

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Più in particolare, l’85% delle aziende ha evidenziato come la flessibilità nell’approccio allo storage sia fondamentale per far fronte alla sfida digitale. Infatti, nonostante solo il 6% abbia già adottato soluzioni di tipo Software Defined in ambito storage, il 97% degli intervistati ha mostrato un grandissimo interesse per questo tipo di soluzione.

Lo studio mostra che le aziende sentono la necessità di rivedere il loro approccio a causa di alcuni limiti dei sistemi di storage tradizionali quali il costo (88%) e la mancanza di scalabilità (75%), e di preoccupazioni relative alle loro prestazioni (73%). Proprio a causa di queste incognite il 93% delle aziende interpellate ha iniziato a pensare ad una revisione del proprio approccio verso il Software Defined.

I principali benefit che deriverebbero dal passaggio al Software Defined Storage sono per il 51% l’aumento delle performance e per il 43% la facilitazione nello sviluppo e nell’implementazione del modern web, del mobile e dei big data services.

“In tutto ciò che fa, l’azienda digitale produce una moltitudine di dati che cresce inesorabilmente di giorno in giorno – ha dichiarato Gianni Sambiasi, Country Manager di SUSE Italia – Basti pensare a quella debordante quantità di informazioni che ogni giorno produciamo con le e-mail, i video, le interazioni sui social network e con l’archiviazione di documenti. Lo storage in questo momento sta vivendo una profonda fase di trasformazione in cui l’approccio tradizionale non riesce a stare al passo con l’evoluzione digitale. Per fortuna c’è una costante innovazione proveniente dalla comunità open source che potrà, con l’approccio Software Defined, aiutare le aziende a fronteggiare la sfida della digital transformation. I risultati di questa indagine sono incontrovertibili, le aziende hanno bisogno di un approccio flessibile adeguato alla crescente produzione di dati, con costi sostenibili.”

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