Il Galaxy Note7 è (di nuovo) ufficiale: torna sui mercati emergenti

Lo avevamo anticipato: il phablet problematico di Samsung è stato “ridotto” per evitare ulteriori danni e consentire un nuovo ciclo di vita

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Poco più di un mese fa davamo la notizia del ritorno sulla scena dei Galaxy Note7. La precisazione era d’obbligo: a beneficiare del pur ottimo phablet di Samsung sarebbero stati i mercati emergenti e non quelli già ben consolidati, come il nostro. Si trattava solo di un’indiscrezione che oggi trova una mezza conferma nelle immagini diffuse dal sito vietnamita SamsugnVN. Come si può vedere dalle foto, poco è cambiato rispetto alla versione del Note7 che già conosciamo, almeno a livello estetico. Il più del lavoro è stato fatto sotto la scocca, nei confronti della batteria. Questa, rappresentando il problema principale del surriscaldamento e implosione dei dispositivi lanciati lo scorso agosto, ha subito una riduzione e un controllo più approfondito sul processo di assemblaggio all’interno del terminale. Si passa dunque dai 3.500 mAh ai 3.200 mAh attuali e dalla versione Android 6.0 del primo Note7 al Nougat odierno, che riesce anche ad ottimizzare processi e sforzo computazionale di bordo.

Uguale ma più sicuro

Il punto di forza della serie dei phablet di Samsung, la S Pen, resta dov’è, con tutti i vantaggi di produttività e supporto per le operazioni quotidiane. C’è l’opportunità di prendere appunti con lo schermo in stand-by, trasformare tratti manuali in lettere digitali, catturare porzioni del display e creare GIF animate dai video di YouTube e personali. Insomma, lo stesso prodotto della seconda metà del 2016 ma in modalità sicura, quella che sarebbe dovuta essere l’originale. Come scritto in precedenza, il Note7 2017, che probabilmente prenderà un altro nome, vedrà una commercializzazione in paesi dove il settore mobile è in crescita, principalmente Vietnam e India. Non si conoscono tempistiche né prezzi dei modelli in vendita ma è plausibile che il produttore voglia liberarsi il prima possibile dei milioni di chassis e hardware rimasti per mesi nei suoi laboratori, offrendo lo smartphone a un costo più accessibile di quello originale (879 euro).

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