Viber renderà più sicure le sue chat

Stanno per arrivare le conversazioni che si auto-distruggono e che non permettono di effettuare screenshot dello schermo

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

In un’epoca dove, potenzialmente, chiunque può essere una spia, le aziende tech si muovono verso orizzonti di sicurezza maggiori. Questo è vero soprattutto per chi offre servizi consumer, quelli che spostano ingenti somme di fatturato. Pensiamo a WhatsApp a Facebook Messenger ma anche ai diretti concorrenti, usati da milioni di persone. Mai abbiamo assistito a implementazioni di protezione digitale come quelle viste negli ultimi mesi, che si tratti di adottare una più avanzata crittografia o di impedire alle agenzie di accedere ai dati degli utenti. Tra i big del settore c’è anche Viber, nome conosciuto nel mondo delle chat e delle chiamate via internet. Proprio nell’ottica di assicurare meglio le conversazioni intrattenute dai suoi iscritti, la compagnia ha deciso di lanciare una nuova funzionalità per i messaggi, che permette di distruggere interi colloqui compresi i file multimediali scambiati.

Come funziona

A intervalli prestabiliti, gli utenti vedranno scomparire per sempre i messaggi inviati ai loro contatti, senza possibilità di recuperarli. Inoltre, Viber bloccherà la funzione degli smartphone Android di salvare screenshot dello schermo, come di solito si fa per aggirare la permanenza dei post fino a 24 ore su Snapchat o Instagram Stories. Purtroppo la stessa limitazione non sarà presente su iOS vista l’impossibilità di scendere a compromessi con il codice di base del sistema operativo della Mela. Quelle delle chat che si auto-distruggono è solo l’ultima delle implementazioni volute da Viber per proteggere maggiormente i navigatori. Nel 2016 erano infatti arrivate le conversazioni segrete, ovvero stanze protette da codici PIN, inaccessibili a terzi. Quest’ultima opzione resta e si pone come scelta alternativa alla completa eliminazione dei dialoghi.

Leggi anche:  Meta sta iniziando a testare l'API Threads con sviluppatori di terze parti