Anche il modello tradizionale si dota del supporto alle e-sim come la versione Frontier. Ma in Italia ancora non funziona
Delle e-sim si parla poco eppure sono l’unica funzione in grado di affrancare gli smartwatch dallo smartphone a cui sono connessi. Se è vero che oggi molti orologi intelligenti possono già connettersi alle reti Wi-Fi, conosciute e non, molti dei servizi usati ogni giorno passano pur sempre dalla rete cellulare. Uno su tutti: WhatsApp. Seppur gli schermi rotondi e non dei wearable non siano il modo migliore per scrivere messaggi online, qualche risposta veloce da digitare con modalità T9 (lo ricordate?) o attraverso un assistente vocale, non è poi la fine del mondo e può rappresentare un comodo strumento per restare in contatto con il mondo anche senza avere il cellulare dietro. Per non parlare della comodità di rispondere a una telefonata direttamente dal polso, magari connettendo via Bluetooth un paio di auricolari. Insomma, di mezzi per incentivare l’uso degli smartwatch ce ne sono, anche se pare ancora poco sfruttati.
Sim virtuale
Come detto, il perno attorno al quale gira tutto è la e-sim, ovvero la scheda virtuale associata a un numero di telefono, proprio come quella classica usata negli smartphone. Solo alcuni degli orologi degli ultimi anni ne sono dotati, come il Gear S3 Frontier di Samsung. La compagnia ha appena lanciato una versione 4G LTE anche del modello Classic, indirizzato più a un pubblico tradizionale, a cui la variante rugged era forse un po’ troppo. Al di là del supporto radio, ben poco cambia dalla declinazione Classic attuale, che monta il sistema operativo proprietario Tizen con 4 GB di memoria interna, oltre a NFC, accelerometro, giroscopio e barometro che, assieme alla certificazione IP68, pongono entrambi i prodotti ottimi compagni di escursioni e gite all’aperto, anche se il Frontier è certamente più indicato per attività del genere.