Ecco l’identikit del “traffico telefonico 2016 delle carte prepagate internazionali”
Con l’obiettivo di fornire un quadro di sintesi nel panorama delle comunicazioni e contribuire a comprendere meglio le tendenze del mercato di interesse, Clouditalia, primo provider italiano di servizi di telecomunicazione e cloud computing, inaugura l’“Osservatorio Big Data” e presenta i suoi primi risultati. Per il primo trimestre 2017, il centro di ricerca ha voluto scattare la fotografia del traffico telefonico 2016 relativo alle prepagate internazionali, comparto in cui l’azienda guidata da Marco Iannucci è leader dal 2005 con una quota di mercato superiore al 60%.
“Finora – spiega Marco Iannucci, l’AD di Clouditalia – abbiamo venduto oltre 100 milioni di “carte virtuali” e ogni giorno contiamo circa 6 mila nuovi acquirenti. Le nostre prepagate Edicard, ad esempio, consentono di effettuare chiamate dall’Italia verso tutte le destinazioni nazionali e internazionali a prezzi molto vantaggiosi e, attualmente, questo segmento di business contribuisce circa all’8% del nostro fatturato.”
Chi sono dunque gli utilizzatori dei servizi prepagati internazionali e soprattutto quali le loro abitudini? L’Osservatorio Big Data di Clouditalia ha provato così a tracciare l’dentikit dei suoi clienti.
Solo lo scorso anno sono stati gestiti 15 milioni di chiamate e ben 125 milioni di minuti di conversazione, la cui durata media si è attestata intorno agli 8 minuti. Il traffico telefonico è stato diretto principalmente verso l’Europa (42%), seguita dal Sud America (22%). Al terzo posto troviamo il Nord America (14%) e al quarto l’Asia (10%). A pari merito Oceania e Africa con il 6% del flusso di telefonate ricevute dall’Italia.
Tuttavia i paesi più chiamati per quantità di minuti sono – in ordine – USA, Polonia, Australia e Argentina; anche se i più prolissi in assoluto risultano essere gli islandesi, con una media di 16 minuti a chiamata. Tra i “Grandi Parlatori” figurano anche i peruviani e gli argentini, rispettivamente con una media di 14 e 12 minuti a telefonata, mentre i più sbrigativi – con appena 2 minuti a conversazione – sono i maliani. Chi, invece, non bada a spese per chiamare amici e parenti sono i polacchi.
E i continenti più romantici? A scalare la classifica sono Europa, Sud e Nord America che il giorno di San Valentino non risparmiano parole d’amore, totalizzando ciascuno un incremento delle chiamate superiore al 30%, a differenza degli asiatici, dove la festa è tutt’altro che sentita (-19% del traffico telefonico in uscita dall’Italia). Entrando nel dettaglio tra i più “calienti” – manco a dirlo – cubani, messicani e uruguaiani, anche se al primo posto troviamo gli Olandesi, con un aumento delle chiamate pari al 113%.
Se pensate che i più “mammoni” siano gli europei vi sbagliate di grosso. A effettuare più telefonate durante la seconda domenica di maggio sono i già citati cubani (con un incremento del traffico in uscita di oltre il 200%), seguiti dagli ecuadoriani (161%).
A influire quindi sui picchi giornalieri del traffico telefonico internazionale sono, senza ombra di dubbio, le festività con il Santo Natale in testa (+110%), seguito dal Capodanno (+90%) e dalla Pasqua (+80%).
Immancabile anche il ruolo giocato dalla vecchia e cara cabina telefonica, da cui partono moltissime chiamate dirette in Africa e nello specifico in Nigeria, le cui conversazioni rappresentano il 17% delle telefonate effettuate da cabina.
Un fotogramma che – negli ultimi anni – rispecchia il fenomeno della migrazione da questo continente verso l’Italia, così come dimostrano i dati diffusi da UNHCR – The UN Refugee Agency. Infatti, il 50% del traffico telefonico che dal nostro Paese converge in Africa è diretto in Nigeria (25%), Eritrea (8%), Costa d’Avorio (5%), Senegal (4%), Libia (4%) e Sudan (4%).