Guida per manager nell’era digitale. Una nuova roadmap per lo sviluppo

La K-Fex è un produttore di importanza mondiale, con 2mila dipendenti nel mondo. Del gruppo fanno parte 27 società, di cui 11 produttive. Un’azienda che produce utili ma che decide legittimamente di delocalizzare lo stabilimento italiano (considerato antieconomico) in Polonia per salvare la produzione dell’isolante che ha fatto la fortuna della famiglia Spinelli, partendo proprio dallo stabilimento di Roncello.

 

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Possiamo dire che in pratica non sono serviti né la modifica dell’articolo 18 né l’innovazione tecnologica? Una situazione che merita una riflessione quando ogni giorno parliamo di cultura di impresa, talento delle persone e di competitività. Forse bisogna considerare che nessuna trasformazione è indolore, che l’automazione sostituisce il lavoro ripetitivo, che un’azienda ha il diritto di portare la produzione dove le condizioni sono più favorevoli, che chi crea lavoro (perché le imprese creano lavoro) deve anche essere in grado non tanto di difendere posti di lavoro, ma di aiutare le persone a sviluppare le proprie competenze. L’industria manifatturiera è entrata in una fase di grande rivoluzione. Il lavoro è un tema centrale nell’agenda delle imprese e dei governi.

Alberto Giusti, nel suo “Manuale per manager nell’era digitale” (Edizioni IPSOA, 2016), che consigliamo di leggere anche all’AD della K-Flex, mette in evidenza il ruolo dell’innovazione come fattore per riorganizzare le risorse già presenti in azienda e quello della velocità come nuova “proprietà intellettuale”. Sicuramente non è possibile trovare la ricetta del cambiamento in un libro, ma avere una visione strategica, riflettere sui concetti di collaborazione e coworking può sicuramente aiutare a sedersi intorno a un tavolo, dando ai top manager di oggi un modello operativo per prendere possesso delle leve digitali e disegnare una roadmap di rapida adozione. «Il modello classico delle PMI italiane, disorganizzato e sottocapitalizzato, è inadeguato a competere e sopravvivere» – spiega Giusti. «L’innovazione è la capacità di guardare il mondo da un punto di vista diverso. Trovare una soluzione che sembra impossibile può essere l’inizio di qualcosa di nuovo. Provarci costa meno di non provarci per niente».

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