Big G ha annunciato che Google Cloud Platform sarà la prima al mondo a usare i chip Xeon per supportare applicazioni avanzate di rendering 3D e big data
I processori di ultima generazione Intel Xeon Skylake al servizio della nuvola di Google. La Cloud Platform (GCP) di Mountain View è infatti la prima al mondo a usare una vasta gamma di chip del produttore per abilitare operazioni di computing professionale, come la ricerca scientifica, il rendering genomico in 3D, funzioni di analytics e big data. Stando alle osservazioni di Big G, l’aggiunta degli Skylake permetterà di raddoppiare le performance delle macchine soprattutto per calcoli complessi. “Google e Intel hanno svolto un lungo lavoro di partnership per le innovazioni nei data center – ha spiegato Diane Bryant, executive vice president di Intel – siamo contenti nel vedere che la tecnologia Intel Xeon adesso è disponibile sull’infrastruttura di GCP”.
Concorrente scomodo
La notizia arriva a una settimana da quella che confermava l’integrazione su Google Cloud Platform delle GPU Nvidia Tesla K80, per esigenze on-demand di elevata potenza, negli Stati Uniti come in Asia e in Europa. Prosegue dunque il percorso di crescita della divisione business cloud della compagnia di Alphabet che pare voler affermare sempre di più la propria presenza in un panorama che fino a qualche anno fa la vedeva assolutamente fuori dalle gerarchie dei big. L’agilità e la competitività stanno portando Google a ritagliarsi un posto di assoluto valore in un contesto rapidamente in evoluzione. La piattaforma consentirà ai clienti che credono di poter trarre un cospicuo vantaggio sfruttando gli Skylake sulla nuvola di trasferire le applicazioni sulle macchine virtuali supportate. I primi a beneficiare della novità saranno i service provider, che hanno bisogno di accelerare la fruizione di contenuti video e multimediali in alta qualità.