Cos’è Together Price, lo sharing network tutto italiano

Nasce da un’idea di Marco Taddei con il quale abbiamo fatto due chiacchiere per capire perché l’economia della condivisione deve andare oltre i soliti schemi

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La sharing economy è un fenomeno oramai consolidato nel nostro paese. Viaggiare, lavorare, mangiare, sono diventate attività non più fini a sé stesse ma inserite in un contesto socio-economico che ha l’obiettivo di far risparmiare le persone ma anche facilitare l’incontro, la conoscenza, la condivisione delle esperienze.

Gli oggetti che usiamo ogni giorno stanno diventando veri e propri asset, non più legati al concetto del possesso ma a quello di strumenti idonei a svolger determinate funzioni, da cambiare periodicamente (pensiamo alle compagnie telefoniche che permettono di abbonarsi alla possibilità di avere sempre un nuovo cellulare e non al singolo cellulare stesso) e da sfruttare fino al termine del loro ciclo di vita. L’idea è che per avere tutto (o quasi) non è più necessario essere ricchi, basta conoscere le persone “giuste”, con interessi simili ai propri e la voglia di allargare agli altri la fruizione di un servizio, che si tratti dell’abbonamento a Spotify o a Netflix, persino l’installazione di un antivirus.

È l’assunto che ha guidato l’operato di Marco Taddei, CEO di Together Price, un’interessante piattaforma tutta italiana, che in un certo senso lega le dinamiche della sharing economy a quelle del gruppo d’acquisto. “Proprio da quest’ultimo siamo partiti – ci spiega Taddei – quando nel 2015 abbiamo voluto creare un sito con cui gestire gli acquisti in comitiva, semplificando le incombenze dovute alla raccolta dei soldi e alle scadenze”.

Il passo verso una rete più ampia è stato breve, forse proprio grazie al successo dell’economia condivisa. Oggi Together Price è quello che possiamo definire come il primo sharing network del web, un luogo in cui chiunque può mettere a disposizione il proprio abbonamento (che prevede l’utilizzo tra più utenti) o accodarsi a quello di un amministratore (chiamato Sharing Admin) sia per approfittare della riduzione del canone (ad esempio Spotify, per una singola persona, costa 9,99 euro al mese, con massimo cinque account meno di 3 euro) che per mettere in circolo le proprie passioni, tramite una chat tra i partecipanti.

Leggi anche:  Vola2024, Digital Punk mette le ali alla comunicazione IT

“Il bello – continua il CEO – è che Together Price rispetta i termini e le policy delle singole applicazioni che supporta. Così, per condividere un abbonamento Spotify bisogna risiedere tutti nella stessa casa, per Play Music c’è la necessità di fornire il proprio account Google e così per Netflix, Apple Music, Xbox e Office 365”. Ma non solo applicazioni. Together Price punta tanto anche sulla possibilità di beneficiare di più persone per portarsi a casa una licenza per un anno di Kaspersky, AVG, Avast, Norton, la suite di produttività Microsoft e tanto altro. In questo si ritorna alle origini, con la volontà di creare tanti gruppi di acquisto.

“Quello che cambia con l’abbonamento – spiega ancora Marco Taddei – è che nel caso di un antivirus, ad esempio, non posseggo ancora nessuna licenza, fino a quando non si raggiunge il numero minimo di partecipanti. Solo in quel momento parte il periodo acquistato, che invece per i vari Spotify e Netflix va avanti mese per mese fin quando un partecipante decide di uscire. Il perno centrale delle finanze di ogni gruppo è il TP Wallet, un portafoglio sul quale l’admin riceve le quote periodiche, che può decidere di trasferire sul conto da cui ogni servizio trattiene i soldi oppure mantenere sul borsellino stesso, così da pagare la propria parte per altre opzioni a cui è iscritto su Together Price.

A 9 mesi dal lancio, la creatura nostrana conta già 30.000 utenti, che in un modo o nell’altro hanno sfruttato il potere dello sharing network. Presto ci saranno altre novità, come l’acquisto di biglietti per spettacoli, eventi teatrali, concerti, viaggi, grazie alla già concreta opportunità di ottenere uno sconto del 30% sulla richiesta di ticket in serie. “Molti non lo sanno – conclude Taddei – ma condividere è anche questo, far conoscere agli altri i vantaggi di una rete vasta, in cui le occasioni aumentano giorno dopo giorno”.

Leggi anche:  Google penalizzerà sul motore di ricerca i siti che usano contenuti generati da IA