Il business corre se il dato è smart

Una intensa mattinata dedicata da IBM e IDC al cognitive computing e al suo impatto sui tradizionali strumenti della business analytics per dare la caccia ai potenziali nascosti dei dati aziendali

Nella sua complessità, il cognitive computing è un tema di cui si parlerà molto nei prossimi anni, in tutti gli ambiti applicativi tradizionalmente serviti dall’IT aziendale. Bravi IBM e IDC ad aver fornito, con il loro evento Insightful Business, una concreta anticipazione dell’argomento considerato dal punto di vista della business analytics, utilizzando un linguaggio accessibile e una serie di esempi e casi di studio intuitivi e concreti centrati sulla nuova offerta IBM Watson Data Platform, rivolta al data scientist aziendale e non solo. Giovanni Calvio, Analytics Platform Manager di IBM Italia, ha introdotto la mattinata con un breve excursus sul ruolo delle tecnologie Big Blue come piattaforma di riferimento per il business. «Nella cosiddetta era cognitiva vogliamo mantenere questo ruolo con una piattaforma ancora più aperta, ispirata alla filosofia “data first” e orientata a trasformare gli investimenti in nuovi guadagni».

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Di conoscenza come nuova dimensione della competitività ha parlato anche Giancarlo Vercellino, Research & Consulting Manager di IDC nel suo intervento introduttivo. Provocatoriamente Vercellino ha scelto come punto di partenza il dibattito di natura etica su una società “algoritmica” segnata da un eccessivo predominio dell’automazione, della decisione machine-based. Temi che meritano approfondite discussioni ma che non devono allontanarci definitivamente da una intelligenza artificiale che in sessant’anni si è evoluta verso direzioni come il deep learning e la cosiddetta data science, con il successo di piattaforme aperte come Kaggle, una piattaforma dove singoli professionisti e aziende fanno confluire dal 2010 progetti, che come spiega Vercellino «alimentano il passaggio da un modello aziendale data driven a quello di aziende knowledge driven». Pochi giorni fa, la community di Kaggle è stata acquisita da Google.

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Vercellino ha esortato le aziende che hanno partecipato alla mattinata di studio ad attivare un circolo virtuoso per l’estrazione di valore «dai patrimoni, ancora in gran parte nascosti, rappresentati dai dati aziendali, costruendo su questi dati il proprio vantaggio competitivo» e ha parlato di una nuova fase in cui il cognitive computing determinerà il passaggio «dall’automazione alla re-invenzione dei processi.» Su questa esortazione, la parola passa a Walter Aglietti, Manager of Analytics Technical Sales e alla visione di IBM per una nuova generazione di strumenti analitici basati su un approccio cognitivo, capaci per questo di portare a nuovi livelli di empowerment sia la figura del data scientist, sempre più diffusa e centrale nei processi di trasformazione digitale, sia più in generale, in una ottica di democraticizzazione dei dati, coloro che in azienda devono prendere decisioni senza essere esperti in matematica e statistica.

«La mission di IBM – ha precisato Aglietti – è anche quella di fornire al data scientist gli strumenti giusti in una selva di tool e piattaforme, soprattutto in quella che per tutti gli esperti è la fase più delicata e time consuming, quella della preparazione e validazione dei dati». Al centro della presentazione e della demo curate rispettivamente da Massimo Teratone, Analytics Platform Architect, e da Simona Ravizza, Watson Analytics Evangelist, c’è la nuova offerta “as a Service” della IBM Data Science Experience, una vera e propria libreria di tool e funzioni analitiche smart, integrata con una comunità per la condivisione rivolta al data scientist e al tempo stesso a una ampia categoria di utenti e decisori aziendali.

Infine, Aglietti ha chiuso il workshop dedicato a una nuova cultura del dato con una presentazione di IBM Watson Data Platform, un unico ambiente, reso disponibile attraverso il cloud applicativo di IBM BlueMix, per assicurare, anche con l’aiuto del machine learning, una completa governance dei dati. «Dalle iniziali fasi di ingestion al dashboard, realizzabili anche connettendo tool di reportistica esterni, Watson Data Platform accelera le nostre capacità di storicizzazione e analisi di Big Data» ha spiegato Aglietti.

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Nel corso della mattinata, due momenti di grande interesse sono stati legati alle presentazioni dei case study di Cineca e Primaedicola.it. Rappresentato da Matteo Bertazzo, il consorzio informatico degli atenei emiliani ha illustrato due servizi di cognitive computing messi a punto in questi mesi nel quadro di una collaborazione con i tecnici e gli strumenti di IBM Watson: Expertise Finder, un sistema in grado di correlare tra loro le expertise umane e documentali afferenti a determinati argomenti e applicazioni; e lo Student Advisor, uno “sportello” virtuale cognitivo in grado di rispondere a ogni sorta di domanda posta in linguaggio naturale dagli iscritti alle università consorziate Cineca.

Primaedicola, messo a punto dal distributore nazionale di quotidiani e periodici M-Dis in collaborazione con Newlog Consulting, è un innovativo servizio per il ritiro presso le edicole italiane degli ordini effettuati sui siti di e-commerce (il servizio è per esempio già disponibile per la consegna dei libri cartacei ordinati su Internet Bookshop). Realizzata in tempi brevissimi con i tool di sviluppo messi a disposizione di IBM Bluemix, l’applicazione si avvale di un cruscotto di tracciamento intelligente che consente di generare ulteriore valore sfruttando i potenziali di una capillare rete di punti fisici e la logistica associata.

Videointervista a Walter Aglietti, Manager of Analytics Technical Sales di IBM Italia