Troppe illazioni sul “regalo” che Putin vorrebbe fare a Trump. Il ragazzo rischia 30 ani di galera ma anche la morte
Nelle ultime ore circola insistentemente la voce circa la volontà di Putin di consegnare Edward Snowden agli USA. Si tratterebbe di un “regalo” nei confronti di Donald Trump, la cui presidenza, si sa, è molto vicina agli obiettivi internazionali di Mosca. Eppure, nonostante qualche indiscrezione rilasciata dai media statunitensi, non pare esservi molto di vero sulla circostanza, tanto che Snowden si è detto più che tranquillo sul proseguimento della permanenza tra i freddi panorami nordeuropei. “Non ho mai cooperato con l’Intelligence russa. Nessun paese scambia spie, nonostante la paura di essere il prossimo” – ha detto di recente, puntualizzando l’assenza di giochi strategici messi in atto dal governo russo per facilitarne il soggiorno nei confini nazionali.
Cosa accadrà
Resta però difficile considerare cosa ne verrà fuori da una vicenda complicata, proprio a causa del probabile scioglimento dei soliti dissapori tra Russia e USA. Fin quando a Washington sedeva Barack Obama, Putin aveva tutto l’interesse a tenere con sé Snowden, un vero tesoro informativo e una pedina dal valore di scambio inestimabile. Con l’arrivo di Trump le cose sono cambiate e non sarebbe così strano, almeno per la potenza sovietica, estradare il giovane informatore da cui ha già ottenuto parecchi elementi utili a definire il modus operandi di NSA e agenzie correlate. Nonostante questo, Dmitry Peskov, portavoce del governo ha sintetizzato con “senza senso” le illazioni diffuse per prima dalla NBC News, spegnendo ogni tentativo di strumentalizzazione da parte dell’opinione pubblica. Almeno per il momento. Si, perché qualora l’ex informatico dovesse tornare in patria rischierebbe fino a 30 anni di carcere ma anche l’esecuzione, pratica che Trump potrebbe adottare, nell’ottica di proseguire su quella linea del terrore di cui oggi scorgiamo solo la punta.