Un anno fa la città toscana installava due tablet per combattere il vandalismo a Santa Maria del Fiore. Esperimento riuscito, a quanto pare
La tecnologia al servizio della conservazione artistica. Questa volta non si tratta solo di progetti di sensibilizzazione ma di un modo molto intelligente e coinvolgente di spingere le persone ad agire consapevolmente, nei confronti delle bellezze storiche del nostro paese. Firenze, depositaria di un’eredità culturale tra le più importanti al mondo, spesso è vittima dell’azione denigratoria dei vandali, soprattutto di quelli che credono di compiere un atto privo di conseguenze imprimendo il loro nome sulle pareti di monumenti e cattedrali.
Il progetto
E per questo l’amministrazione, da marzo del 2016, ha deciso di combattere gli artisti di strada con un’arma di prevenzione ad alto contenuto tecnologico. Nei pressi di Santa Maria del Fiore sono stati installati due tablet su cui chiunque può scrivere il proprio nome (o qualsiasi altra cosa) su una riproduzione digitale del muro della famosa cattedrale. I “digital graffiti” vengono inviati periodicamente ai server di Autography, l’app che da vita al progetto, e stampati su carta una volta all’anno, per essere conservati negli archivi storici del palazzo, al fianco di quelli ben più rilevanti dei personaggi che hanno segnato la storia della città, come Lisa Gherardini, considerata la modella della Mona Lisa di Leonardo. A un anno di distanza qualcosa è cambiato? Stando ai promotori si: in 12 mesi sono nati 18.000 graffiti e si è notata una certa diminuzione di scritte sulle mura antiche. Non ci sono dati numerici (non per il momento) ma il trend positivo potrebbe abilitare la stessa strategia per altri posti a rilevanza culturale nel nostro paese. Il Colosseo ad esempio, dove a metà gennaio alcuni messaggi minacciosi hanno rovinato un pilastro al piano terra, peraltro recintato e di non facile accesso.