Google renderà più difficile trovare contenuti pirata

Dal 1 giugno verrà introdotto sul motore di ricerca un codice di censura automatico, volto a bloccare la diffusione di file illegali

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Più di una volta Google è stato accusato di non fare abbastanza per fermare la pirateria. Tra i tanti soggetti che hanno mosso le rimostranze al gigante del web c’è la Motion Picutre Association of America (MPAA), una delle organizzazioni più interessate al tema, soprattutto a causa delle perdite nei ricavi a cui è andata incontro negli anni. Attenzione, perché non stiamo parlando solo di connessioni p2p ma anche di quei portali che, molto più facilmente, consentono di guardare un film appena uscito nelle sale (o magari ancora non uscito) in streaming, sia in lingua originale che localizzata, senza nemmeno il dispendio di aspettare il download integrale. Ebbene, a distanza di mesi, Big G ha deciso di agire, mettendo attraverso l’attuazione di un codice che, all’interno della complessa macchina di algoritmi che potenzia il motore di ricerca, nasconderà in automatico i contenuti che infrangono il copyright.

Come funziona

In che modo? Già nel 2016 la compagnia di Alphabet ha rimosso circa 100.000 link che puntavano a siti illegali, sotto richiesta dei detentori dei diritti o loro legali. Questa volta però tutto avverrà in autonomia, grazie all’introduzione di quello che è stato definito “codice anti-piracy”, ufficialmente in rollout dal 1 giugno. Il primo paese a beneficiare di suddetta pulizia sarà la Gran Bretagna, con cui Google ha collaborato per permettere all’Intellectual Property Office nazionale di avere una base tecnica da cui partire, per bloccare il proliferarsi di film, serie tv, musica, software e giochi che dovrebbero essere scaricati a fronte del pagamento di un prezzo. C’è da dire che oltre alla compagnia di Mountain View, nel progetto sono coinvolti anche gli altri motori di ricerca, uniti nella lotta alla pirateria informatica.

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