Gli scienziati dell’Università del Surrey, nel Regno Unito, vogliono costruire una macchina per risolvere i problemi più gravi del pianeta
Sappiamo quanto aziende private, come D-Wave Systems, Google e la NASA, abbiano lavorato nell’ottica di sviluppare un computer quantistico che possa risolvere una serie di problemi specifici. Lo scopo da raggiungere, come è ovvio che sia, riguarda i singoli ambiti di intervento, nell’ottica di migliorare il business di ognuna e spostare più in là i limiti del possibile. D-Wave Systems, che ha realizzato l’omonimo super-computer, dopo averlo venduto a Big G e all’agenzia spaziale statunitense, ha aperto la fase commerciale, donando un altro esemplare alla Temporal Defense Systems, specializzata in sicurezza informatica. I benefici non sono ancora sotto l’occhio di tutti, forse tra qualche anno, quando software comuni si baseranno su un cervello quantistico piuttosto che quello odierno, incapace di andare oltre la logica del linguaggio 0 e 1.
Progetto globale
Eppure c’è chi vorrebbe sfruttare le potenzialità della tecnologia quantica per migliorare le condizioni di vita dell’uomo. L’Università del Surrey, nel Regno Unito, ha pubblicato un documento che spiega come gli scienziati intendono realizzare una macchina quantistica su scala globale, utile per rispondere a domande complesse circa l’universo, la fisica ma anche la cura delle principali malattie. Il professore Winfried Hensinger, a capo del progetto Quantum Technology dell’istituto ha detto: “L’arrivo di un computer del genere potrebbe impattare in maniera fondamentale sulla società, su tutto il mondo. Senza alcun dubbio realizzarlo è una bella sfida ma adesso è tempo di concretizzare quanto messo su carta, così da rendere il Regno Unito un paese all’avanguardia nel campo. Sono davvero entusiasta di poter lavorare con il governo per rendere tutto ciò reale”. L’Università ha infatti beneficiato di un importante fondo da parte della politica, con lo scopo di promuovere il computer quantistico nel settore industriale anche se le finalità, come affermano i ricercatori, sono ben più ampie.