Colt, sviluppare la banda larga per la digital transformation

Nell’anno in cui compie il suo primo quarto di secolo, la società riafferma il focus nelle reti performanti e annuncia un piano di crescita triennale per offrire capacità di networking sempre più flessibili

Berlino – Non è un caso se Colt, azienda con quartier generale a Londra attiva nella fornitura di servizi a banda larga, incontra la stampa europea nella capitale tedesca. Perché è qui che a metà febbraio, per circa dieci giorni, vi si svolge la Berlinale, noto festival del cinema che richiama ogni anno migliaia di appassionati e del quale Colt è da tempo partner tecnico. Ma anche perché quello del cinema costituisce un esempio efficace di come le reti abbiano cambiato ogni settore, in quella trasformazione digitale che ormai investe qualunque tipo di attività e che ha tra i suoi abilitatori principali anche la disponibilità di reti sempre più performanti.

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Oltre 1 petabyte di dati in transito

Giunta all’edizione numero 67, la Berlinale è uno dei più noti festival del cinema europei, accanto a quelli di Cannes e di Venezia, con la particolarità di prevedere proiezioni di film in oltre 50 sale sparse per tutta la città. Come noto, archiviata da tempo la classica “pizza” di celluloide, i film vengono oggi distribuiti in maniera digitale, su hard disk o in rete. Nel caso della Berlinale, che si è conclusa proprio ieri non senza qualche polemica riguardo all’assegnazione dei premi, gli ambiti “Orsi d’oro”, questo significa che durante i dieci giorni del Festival, dove si proiettano circa un migliaio di pellicole, vengono trasferiti più di 1 petabyte di dati, visto che un film ad alta definizione “pesa” mediamente 200 Gb, che transitano su una rete di circa 250 km realizzata da Colt per collegare con i diversi cinema il proprio data center nella zona nord ovest di Berlino, dove sono archiviati fisicamente i film. Visitando il data center, che è il vero e proprio “cuore digitale” del Festival, spiccano i dispositivi storage dedicati, marchiati con il logo della Berlinale, da cui poi verranno distribuiti attraverso la rete in fibra ottica di Colt in tutti i 16 cinema coinvolti nella manifestazione, per un totale di 51 sale di proiezione. La rete di Colt per la Berlinale è realizzata in maniera da poter sostenere i picchi di traffico in maniera on demand, anche per periodi limitati di tempo. È su questo tipo di servizi che si sta specializzando Colt, che proprio quest’anno compie i suoi primi 25 anni, grazie al costante sviluppo della propria rete intelligente, appositamente progettata e integrata su cloud, nota come IQ Network.

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Piano triennale di crescita

Annunciando alla stampa convenuta a Berlino il piano di crescita triennale, che comprende investimenti per oltre 500 milioni di euro, il CEO Carl Grivner ribadisce “la centralità dell’innovazione continua e della migliore customer experience” quali valori fondanti di Colt, che è un pioniere riconosciuto nell’ambito dei due pilastri della connettività di oggi: il software defined networking (SDN) e la network function virtualization (NFV), e che sono alla base della Colt IQ Network, che oggi collega oltre 700 data center in tutto il mondo. Un numero destinato a crescere, alla luce della ridefinizione del piano strategico avvenuta l’anno scorso, in coincidenza con l’arrivo di Carl Grivner al timone dell’azienda, in sella dall’inizio del 2016. Nato in Pennsylvania, ex-marine e con un solido curriculum nell’ambito delle telecomunicazioni, Grivner sembra l’uomo giusto al momento giusto, in uno scenario che vede la richiesta di banda crescere esponenzialmente, spinto da fenomeni oramai consolidati come il cloud o in netto sviluppo come l’Internet of Things. “La società è solida, in quanto siamo stati fortunati a non farci distrarre da obiettivi poco coerenti come è successo a molte telco, ma ci siamo sempre più concentrati sulle reti, e lo faremo sempre di più, con l’idea di tornare a essere quello che siamo stati in passato: innovativi al massimo, cioè veri e propri ‘disruptor’. E lo dimostreremo nei prossimi tre anni, che saranno all’insegna dell’execution mode, per soddisfare con servizi flessibili e performanti le esigenze di un mondo che è sempre più ‘bandwidth hungry’, letteralmente affamato di banda”, spiega Grivner a Data Manager, e qui, dove gli esempi certo non mancano, spiccano le aziende che distribuiscono contenuti, stile Netflix, oppure tutto l’universo in forte sviluppo del Fintech.

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Flessibilità on demand anche per le reti

Concentrando lo sviluppo soprattutto in Europa e in Asia, ritenuti mercati più interessanti rispetto a quello del Nord America, dove comunque è presente, Colt intende triplicare nel corso del 2017 il numero di siti in grado di fornire 100G di connettività Ethernet e IP, oltre a servizi su fibra ottica fino a 9,6Tbps per sito, con l’obiettivo dichiarato di offrire nuove connessioni a banda larga su cloud pubblici e privati. Il piano prevede anche di costruire reti metropolitane proprietarie a Singapore e Hong Kong, portando da 49 a 51 il numero dei città in cui la società è presente con proprie MAN in fibra, per una rete che oggi ha già 200 città direttamente collegate da Colt. Tutto questo nasce dal fatto che, come spiega Grivner, “con la crescita delle applicazioni in cloud e le nuove esigenze dettate dall’IoT, è sempre più cruciale avere reti non solo performanti, ma che offrano anche la stessa flessibilità di tipo on demand consentita oggi dal cloud”. Da qui l’importanza dell’SDN, cioè della possibilità di disporre di reti definite dal software, come quella realizzata da Colt con una soluzione open source basata su Openflow, che consente alla società di “essere indipendente dai vendor per potersi interconnettere con qualunque operatore tramite semplici API”, conclude Carl Grivner.