L’organizzazione dei trasporti britannica ha in mente di utilizzare la scansione dell’iride per consentire ai passeggeri di salire sui mezzi pubblici
Una soluzione futuristica ma quanto mai possibile. La biometria, come strumento di validazione, ha di certo alcuni vantaggi, prima di tutto quello della sicurezza dei dati. Polpastrelli e iridi stanno dimostrando di essere molto utili quando si tratta di tecnologia mobile, visto che milioni di persone usano già il primo metodo per sbloccare smartphone e tablet (ma anche notebook professionali) mentre il secondo sistema, visto sul Note7, si appresta a diventare lo standard per i consumatori, ammaliati da un contesto che è molto vicino a quello dei film sci-fi degli anni scorsi. Ma anche il panorama commerciale guarda con interesse al tema. Tanto che il Rail Delivery Group, autorità ferroviaria britannica, ha in mente di sfruttare la biometria per consentire ai passeggeri di salire a bordo di treni e metropolitane.
In che modo?
Lo farà in un paio di modi. Prima di tutto posizionando un registratore ottico in prossimità delle biglietterie automatiche, così invece di avere un biglietto di carta o elettronico sul cellulare, il sistema memorizzerà l’iride dell’acquirente, di fatto caricando su di esso il pagamento appena effettuato. A quel punto, prima di arrivare alla carrozza, basterà farsi leggere la parte più personale e univoca della pupilla da uno scanner, per salire a bordo. Se ciò non dovesse bastare, durante il viaggio i controllori potranno validare il ticket con un lettore apposito, molto simile a quello in dotazione sul Note7, ritirato da Samsung lo scorso autunno e quindi abbastanza economico e versatile. Un aggiornamento infrastrutturale del genere non sarà di certo economico visto che, secondo la BBC, si aggira intorno ai 450 milioni di sterline, oltre 500 milioni di euro ma rappresenta un passo decisivo verso la realizzazione di una rete pienamente calata nel ruolo di smart city.