Massimo Fubini, CEO di Contactlab: «La sfida più importante è l’integrazione dei dati tra mondo cinese e mondo occidentale»
Mentre il Business Forum di Pechino ha acceso i riflettori su tutto il Sistema Italia che si sta riposizionando in Cina, Contactlab, specialista nelle soluzioni di digital marketing personalizzato, in collaborazione con Exane BNP Paribas, ha presentato le cifre di scenario del mercato cinese del lusso, come emerge dal report Chinese Luxury Demand Momentum che mette la Cina tra i motori trainanti del settore e si focalizza sulla penetrazione dell’e-commerce. L’integrazione dei dati e l’abbattimento delle barriere culturali e tecnologiche sono la benzina di questo motore. In Cina, si vince con web e consumo locale.
«Oggi, la sfida più importante è l’integrazione dei dati tra mondo cinese e mondo occidentale» – spiega Massimo Fubini, CEO di Contactlab, che ha chiuso il 2016 con un fatturato di 15,2 milioni di euro. «La quota di cinesi che acquistano all’estero è molto elevata, è quindi sempre più necessario poter conoscere i propri clienti e crearne un profilo unico e accessibile dalla casa madre oltre le barriere tecnologiche o culturali. Queste informazioni vanno centralizzate poiché attraverso la conoscenza dei dati è possibile fare la differenza nella relazione».
La Cina rappresenta circa il 16% del giro d’affari del lusso mondiale, e questo valore, che mostra una crescita del 10% nel 2016 sul 2015, fa ipotizzare un continuum dell’andamento positivo anche nel 2017. I clienti cinesi che comprano sia in patria che all’estero rappresentano il 30% del mercato del lusso mondiale.
La penetrazione dell’ecommerce nel Paese, dove si registra il 7-8% di vendite online sulle vendite totali, è in linea con il resto del mondo. Contactlab ha disegnato una Digital Competitive Map specifica sulla Cina per analizzare le performance di 34 brand del lusso, tra cui 2 locali (Chow Tai Fook e Shanghai Tang), nella gestione strategica e operativa dell’e-commerce e dell’esperienza digitale del marchio in Cina.
Tuttavia, le ricerche mostrano che tra i brand europei, quasi un terzo del panel, non ha ancora l’e-commerce in Cina, e chi ce l’ha è ancora sotto la soglia di sufficienza rispetto ai i servizi cross channel, alla logistica e ai tempi di consegna, oltre a non garantire quei servizi personalizzati in grado di far vivere un’esperienza di lusso dall’inizio alla fine dell’acquisto online.
«La Cina è e sarà ancora per i prossimi anni la forza trainante del settore lusso» – spiega Marco Pozzi, Senior Advisor di Contactlab e autore delle ricerche. «La Cina è un paese fortemente digitalizzato, con una forte penetrazione del canale ecommerce. Per queste due ragioni sorprende rilevare che alcuni tra i principali brand del lusso non abbiano ancora sviluppato un canale ecommerce diretto, tra questi Hermes, Louis Vuitton, Gucci, Prada, Tiffany».
In questo modo, continua Marco Pozzi, «gli e-tailers locali hanno velocemente coperto questo vuoto, e oggi tutti i marchi hanno online stores più o meno ufficiali ( e spesso a loro insaputa) su Tmall, JD.com, Secoo.com, 5Lux.com. Perfino Celine, notoriamente restia al mondo digitale e al canale ecommerce, può vantare un “Flagship online store” su Secoo! Tra le note positive invece Ferragamo e Chanel, che hanno appena lanciato il loro ecommerce lo scorso dicembre».
Nella top 10 dei brand che dettano l’agenda ai “follower” troviamo il leader sinora indiscusso Burberry; tra i best performer Cartier, i brand americani Coach e Michael Kors, i profumieri Chanel e Dior e il brand di occhiali Ray-Ban. Tra gli europei si distinguono i Premium brands Hugo Boss e Armani, insieme a Valentino, che è l’unico brand High-end tra i primi 10 classificati.
Inoltre, ContactLab mette in evidenza come per i cinesi siano importantissimi elementi come l’assistenza in live-chat fornita da un brand, le recensioni di altri clienti sulla pagina di un prodotto per aiutarsi nella scelta, la consegna in 1-2 giorni lavorativi e un’ampia scelta di sistemi di pagamento: elementi che la quasi totalità dei monomarca europei non fornisce, e che invece gli operatori e-commerce cinesi garantiscono ben conoscendone l’importanza per il consumatore locale.