“Nessun computer è sicuro”: Trump sceglie l’involuzione

Il social network di Trump è costruito su una piattaforma non autorizzata

Durante la classica conferenza alla vigilia di Capodanno, il neo-eletto presidente ha spiegato i benefici degli uomini sulla tecnologia

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2017: il ritorno del primato dell’uomo sulla macchina. Viene quasi da ridere ad ascoltare le parole di Donald Trump durante la sua consueta conferenza del 31 dicembre a Palm Beach: “Sapete, quando qualcuno ha qualcosa di importante da dire, conviene scriverlo da qualche parte e affidare il messaggio a un corriere, il vecchio modo insomma. Il motivo? Eccolo: nessun computer è sicuro”. Non è strano che ad ammetterlo sia il prossimo coinquilino della Casa Bianca, colui che si troverà (anche) a comandare le operazioni della National Security Agency, da sempre attiva a spiare i semplici cittadini.

Cosa succede

Solo una provocazione? Difficile dirlo, sta di fatto che Trump non ha tutti i torti. L’anno appena trascorso ha dimostrato quanto insicure siano le reti e le infrastrutture globali. Non parliamo dei computer e dispositivi personali che, per colpa della ancora poca attenzione riservata alle best practices di sicurezza, cadono sempre più spesso nelle maglie di hacker e criminali informatici. Il riferimento è ai grandi complessi industriali, centrali e fabbriche, prese di mira da gruppi provenienti da qualsiasi parte del mondo e dotati di tool in grado di valicare anche le difese migliori. E’ difficile credere che la soluzione a un panorama del genere sia un ritorno al passato. Crittografia, maggiore controllo delle piattaforme, frequente e periodica rivalutazione delle misure di protezione adottate; questi e altri sono i punti su cui i governi dovranno lavorare, per rendere il contesto hi-tech più affidabile nei 12 mesi che ci apprestiamo a vivere.

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