Certificazione di “Privacy Officer”, perché le imprese la chiedono

Le previsioni sulla privacy per il 2024 secondo Kasperksy

Anno decisivo per la data protection sia per imprese che si devono adeguare che per professionisti che mirano a ricoprire ruolo di DPO. Certificazione TÜV in crescita: “strumento concreto ampiamente riconosciuto dal mercato, soggetto a sorveglianza dell’organismo che la rilascia, e a rinnovo che professionista può ottenere solo se dimostra aver curato il proprio aggiornamento, rispettando un codice deontologico, e in assenza di reclami da parte di clienti. Edizione extra del Master Privacy Officer a Milano

Nello scorso anno i professionisti certificati come “Privacy Officer e Consulenti della Privacy” hanno registrato un incremento del 15,2%, superando così quota 300, e il 2017 sarà un anno decisivo nell’ottica del nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati, perché quando volgerà al termine mancheranno ormai 5 soli mesi alla scadenza del 25 maggio 2018.

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La partita della data protection si giocherà quindi soprattutto quest’anno, sia per le aziende, che dovranno adeguarsi per non rischiare sanzioni fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato anno globale, sia per i professionisti che mirano ad offrire servizi di consulenza in materia, ed altri esperti che vogliono proporsi come “data protection officer”, la nuova figura obbligatoria per tutte le p.a. e per tutte le aziende che trattano su larga scala dati sensibili o a rischio specifico, oppure che svolgono attività in cui i trattamenti richiedono il controllo regolare e sistematico degli interessati.

Se il contesto attuale spiega il forte e rinnovato interesse alla protezione dei dati da parte di imprese e professionisti, d’altra parte non sono altrettanto scontati i motivi della crescita delle certificazioni emesse sugli standard internazionali della Norma ISO/IEC 17024:2012, come quella di “Privacy Officer”. A fare il punto è Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy: “La certificazione che il TÜV Examination Institute rilascia sulla base del nostro disciplinare, non è un semplice bollino per abbellire il proprio curriculum, ma uno strumento concreto ormai ampiamente riconosciuto dal mercato che può essere rilasciato solo da un organismo di terza parte indipendente ed accreditato come quello bavarese – spiega Bernardi – Possedere il certificato, significa fornire alle imprese una garanzia preventiva e un rilevatore immediato che può oggettivamente distinguere i professionisti preparati da altri improvvisati. Altri elementi molto graditi alle aziende, sono che la certificazione è soggetta a sorveglianza da parte dell’organismo che l’ha rilasciata nonché a rinnovo triennale, che il professionista ottiene solo se ha operato senza reclami motivati da parte dei clienti, rispettando uno specifico codice deontologico, e dimostrando di aver curato il proprio aggiornamento professionale.”

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Per ottenere la certificazione di Privacy Officer, i professionisti che hanno almeno 2 anni di esperienza lavorativa in materia di protezione di dati personali nell’ultimo triennio, possono accedere agli esami di certificazione con TÜV, sostenendo prima un pre-esame per dimostrare di possedere tutte le conoscenze necessarie richieste dallo schema CDP/TÜV. Coloro che invece hanno partecipato al corso “Master Privacy Officer e Consulente della Privacy” di 48 ore, possono partecipare direttamente agli esami di certificazione per fregiarsi del riconoscimento del prestigioso ente tedesco.

E a seguito delle oltre 200 prenotazioni che hanno già riempito tutte le classi del 1° semestre, proprio in questi giorni Federprivacy ha derogato al calendario già fissato organizzando una sessione extra del corso propedeutico alla certificazione di Privacy Officer, le cui 6 giornate di programma si svolgeranno a Milano dal 22 al 24 marzo e dal 29 al 31 marzo 2017.